Domani, 1° dicembre, si celebra la Giornata Mondiale per la lotta all’Aids. Per capire che la malattia continua a diffondersi, a uccidere.
Secondo dati recenti diffusi dall’Istituto superiore di sanità, soltanto in Italia sono 180mila i sieropositivi, ma il 30% di essi non lo sa, costituendo un rischio anche per altri potenziali parteners. Inoltre, ogni giorno 11 persone sono contagiate dal virus dell’hiv. Ci si ammala di più in Lombardia, nel Lazio, in Toscana e in Emilia-Romagna.
Ma di fondamentale importanza per la Giornata Mondiale contro l’Aids rimane la sensibilizzazione. Uno dei timori espressi qualche giorno fa dal dottor Vella, dell’Iss riguarda proprio la troppa sicurezza e l’approccio alla malattia, che qualche anno fa colpiva maggiormente alcune “categorie a richio” come omosessuali e tossicodipendenti, ma “oggi colpisce soprattutto eterosessuali, giovani e adulti, che non si curano di prendere precauzioni particolari, specie quando hanno rapporti sessuali occasionali“.
L’imperativo è quello di non abbassare la guardia, utilizzando i contraccettivi, ma non solo. La campagna di comunicazione di questa edizione della Giornata Mondiale contro l’Aids pone l’accento sulla necessità di fare il test, soprattutto per i giovani tra i 30 e i 40 anni.
MSF. Secondo Medici Senza Frontiere, la cura dell’Aids nei paesi in via di sviluppo sta subendo un rallentamento e il mancato sfruttamento delle novità introdotte. “Il prezzo delle nuove medicine di cui abbiamo bisogno rischia di impennarsi, ora che i paesi donatori stanno facendo un passo indietro nei loro impegni per l’espansione delle cure contro l’Aids” ha dichiarato Gilles van Cutsem, coordinatore medico di MSF per il Sud Africa e Lesotho. “Come medici che lottano per curare le persone sieropositive, ci sentiamo con le mani legate“.
E per conoscere meglio la malattia e avere informazioni, il sito di Anlaids ha messo a disposizione un numerto verde, attivo dal 15 novembre al 15 dicembre, l’800 589 088.
Francesca Mancuso