Con l’arrivo della primavera non c’è niente di più piacevole che trascorrere una giornata all’aperto: e fra le mete preferite per brevi gite, magari in città, c’è sicuramente il giardino zoologico.
Ma per gli animali ospitati all’interno di queste strutture, spesso la permanenza forzata non è altrettanto piacevole. Secondo l’indagine preliminare del Rapporto EU Zoo Inquiry 2011, condotta dalla Born Free Foundation, per ora relativa a Bulgaria, Cipro, Grecia, Irlanda e Romania, milioni di animali detenuti nei giardini zoologici vivono in condizioni di grave disagio.
La Born Free Foundation denuncia il “sistematico fallimento degli Stati nell’assicurare agli zoo quei parametri di benessere e sicurezza per gli animali che sono obbligatori nell’Unione”, ma anche negli altri paesi non sono tutte rose e fiori per i nostri amici animali.
Infatti, i giardini zoologici autorizzati nell’UE dovrebbe essere almeno 3.500 ma esistano centinaia di strutture non autorizzate e non regolamentate, che devono ancora essere individuate e riconosciute dalle autorità competenti. “Non oltre l’8% del numero totale dei giardini zoologici in Europa sono membri dell’Associazione europea di Zoo e Acquari (EAZA)”, si deduce dunque che “l’EAZA non può essere ritenuta rappresentativa della situazione degli zoo nell’Unione”.
In realtà, nei paesi membri dell’Unione esiste una normativa che regolarizza la detenzione degli animali negli zoo e prevede la concessione di licenze e continue ispezioni dei giardini zoologici, con l’intento, fra l’altro, di rafforzare il ruolo di tali strutture nella conservazione della biodiversità e lo scambio di informazioni per promuovere la tutela e la conservazione delle specie animali selvatiche.
L’Ue ha inoltre previsto di adottare ulteriori misure che includono: habitat adeguati, un elevato standard di allevamento degli animali, programmi di prevenzione e cure veterinarie e nutrizionali oltre che adeguate possibilità di accoppiamento. Rivela Daniel Turner, curatore dell’indagine: “Ma in 18 mesi di controlli in oltre 200 zoo dell’Unione abbiamo scoperto che la maggioranza non è a norma”. Anche se la direttiva è stata recepita in tutti gli Stati membri, le leggi nazionali spesso mancano di disposizioni dettagliate in materia e risultano carenti anche le norme che pianificano le strategie in caso di chiusura dello zoo.
Ma c’è da notare che nella lodevole direttiva i requisiti siano spesso ambigui e consentono incongruenze interpretative. A peggiorare la situazione la mancanza di orientamento generale e di formazione degli Stati membri che non facilita di certo l’adozione delle direttive stesse. Dunque, molti paesi non riescono a garantire che i giardini zoologici rispondano pienamente ai requisiti.
Troppo spesso zoo e giardini zoologici in Europa diventano dei veri e propri campi di prigionia per i nostri amici animali. Una migliore applicazione delle normative forse renderebbe più tollerabile la loro permanenza.
Lorenzo De Ritis