Morbo di Huntington. La scienza sembra essere molto vicina all’individuazione di una nuova possibilità di cura per le malattie neurologiche, con particolare riferimento al morbo di Huntington. Un dispositivo potrebbe essere in grado di fornire al cervello quei fattori neurotrofici necessari per un corretto sviluppo e per la sopravvivenza dei neuroni.
Un team di ricercatori dell’ NsGene A/S di Ballerup, Danimarca, ha di recente portato a termine una sperimentazione che ha permesso l’applicazione di un dispositivo denominato Encapsulated Cell (CE) Biodelivery grazie ad un intervento neurochirurgico e mini-invasivo di laboratorio, a seguito del quale è stato evidenziato come un simile strumento possa in futuro essere utile per la cura di diverse patologie che interessano il cervello.
Tale dispositivo potrebbe essere impiantato nel cervello umano nel corso della terapia per la cura del morbo di Huntington. Gli esperimenti, al momento eseguiti in laboratorio, avrebbero dato buone speranze per una futura applicazione concreta dal punto di vista terapeutico nella cura di malattie neurologiche gravi, ove sia necessario l’intervento di fattori neurotrofici.
Secondo quanto dichiarato da parte di Jens Toma, alla guida della sperimentazione: ”Lo studio effettuato fornisce un grande apporto alle sempre crescenti scoperte nell’ambito della preclinica e della clinica dei dati, proponendo il Biodelivery CE come un promettente metodo terapeutico. Il CE unisce i vantaggi della terapia genica con la consolidata sicurezza di un impianto recuperabile”.
Attraverso la peculiare struttura che costituisce il nuovo dispositivo, esso potrà fornire una superficie lungo la quale il fattore neurotrofici potrò attecchire. In seguito, quando il dispositivo verrà impiantato nel cervello, la membrana che lo compone permetterà che il fattore neurotrofici possa uscire da esso e che i nutrienti possano penetrare all’interno.