Trattare i malati di cancro allo stesso modo in tutte le regioni. Dal XII Congresso nazionale Aiom (Associazione Italiana di Oncologica Medica), in corso a Roma dal 6 novembre, gli oncologi italiani denunciano i ritardi di anni in alcune regioni riguardo ai nuovi farmaci anti-cancro.
Oggi, infatti, tale tipologia di farmaci, considerata salvavita, è garantita solo per il 30% dei malati.
Secondo l’Aiom, “basta un semplice emendamento per far sì che i farmaci innovativi antitumorali vengano garantiti immediatamente a tutti i pazienti italiani. Con una norma inserita nel ‘mille proroghe’ è possibile prevedere che, una volta approvati dall’Agenzia italiana del farmaco, vengano resi subito disponibili in tutto il Paese, senza ulteriori passaggi dalle regioni. E senza costi aggiuntivi per il servizio sanitario nazionale“.
La proposta, avanzata durante il convegno da parte di Aiom e Favo (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia), è volta a superare l’attuale disparità territoriale che vige in Italia, che riguarda sia la composizione dei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali che le modalità di composizione e di funzionamento delle commissioni tecniche.
Carmelo Iacono, presidente dell’Aiom, ha spiegato: “Si tratta di farmaci salvavita che costituiscono Livello Essenziale di Assistenza di rilevanza nazionale, a tutela dei diritti dei malati di tumore ad un trattamento terapeutico uniforme su tutto il territorio“.
Ed ecco la proposta del presidente di Favo, Francesco De Lorenzo: “I tempi della sanità non coincidono con le esigenze dei pazienti: le inutili procedure burocratiche ritardano anche di anni l’accesso a farmaci oncologici innovativi in alcune parti d’Italia. Come sub-emendamento si può prevedere la possibilità per le Regioni di modificare il regime di prescrizione, ma solo con provvedimento formale motivato“.
Francesca Mancuso