Una persona ogni sei secondi nel mondo è colpita da ictus. In Italia sono 660 i pazienti ogni giorno.
Eppure, il 77% degli italiani pensa di sapere cosa sia un ictus, ma tra questi solo il 55,8% sa che si tratta di una malattia del cervello, mentre il 14,2% crede sia un tipo di infarto cardiaco e l’11,6% una malattia del sangue.
In molti, però, sanno quali possono essere i sintomi: paralisi di un lato del corpo, improvvisa difficoltà a parlare o a comprendere quello che ci viene detto. Mentre solo l’11% sa che un altro campanello d’allarme può essere un problema alla vista o cecità improvvisa.
Sono questi alcuni dei dari che vengono fuori dall’indagine condotta da A.L.I.Ce. Italia Onlus, l’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, realizzata in collaborazione con il Censis e l’Università degli Studi di Firenze, all’interno del progetto “Promozione dell’assistenza all’Ictus Cerebrale in Italia”, finanziato dal CCM – Ministero della Salute, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Ictus che si celebra oggi.
Per l’indagine sono stati intervistati circa 600 familiari di pazienti con disabilità legata all’ictus e, su un campione di circa 1000 persone, sono state eseguite interviste telefoniche per verificare il grado di conoscenza dell’ictus.
Come afferma Ketty Vaccaro, responsabile dell’area welfare e salute del Censis, “a preoccupare di più è la scarsa conoscenza di una terapia specifica, la trombolisi (solo un italiano su quattro sa cos’è), che va fatta subito dopo l’evento per salvare il paziente e contenere i danni della malattia. E solo il 15% degli intervistati sa che esiste un reparto dedicato, lo stroke unit“. Non solo, ma una volta usciti dall’ospedale, i pazienti non sanno cosa fare perché non esiste un percorso di riabilitazione definitivo.
Infine, spiega Vaccaro: “L’ impatto sulla vita dei familiari è dirompente. Nel 72% dei casi i caregiver si sentono fisicamente stanchi, non dormono a sufficienza, uno su quattro soffre di depressione”. Il 40% delle famiglie, che risiedono soprattutto nelle regioni settentrionali e centrali, assumono una badante, che comporta una spesa mensile tra i 600 e i 700 euro al Sud e i 900 euro al Nord.