È da quando ne ho sentito parlare la prima volta, mesi fa, alla presentazione de “Il Cervello Anarchico” del dott. Soresi, che aspetto questa conferenza. E finalmente la mia pazienza è stata premiata.
Mercoledì 19 maggio infatti è stato presentato a Milano, al Centro Botanico di via Cesare Correnti 10, il Grembo Armonico, un percorso di musicoterapia per il feto, atto alla sua stimolazione e alla sua protezione per creare, fin da subito, tramite questo “nutrimento sonoro” quell’interazione affettiva alla base di una vita extrauterina sana e salda.
A presentarlo al pubblico di mamme e papà milanesi, il suo ideatore principale, Filippo Massara, ottantenne e lucido più di me, ricercatore e musicologo, conscio da sempre del valore terapeutico e salutare della musica che col il Dott. Gabriele Traverso, psicologo e psicoterapeuta, ha appunto progettato e realizzato il GREMBO ARMONICO.
Dopo la mia solita chiacchierata con l’affabile Cinzia de centro botanico che mi ha introdotto al mondo dei funghi –mi sono persa la conferenza del giorno prima causa influenza– e ha messo a disposizione delle mie mille domande l’esperto ma sfortunato farmacista del centro, mi accoccolo su una delle poltrone blu riservatami.
Qualche minuto di attesa per i ritardatari appena usciti dall’ufficio e una sinfonia di Bach di sottofondo conciliano il passaggio al mondo fetale dove lo stesso Massara ci riporta per un’oretta cullandoci, letteralmente, col suono della sua voce.
I bambini nelle pance delle mamme in prima fila, dopo qualche secondo, si muovono sulle note del compositore tedesco. A confermarlo le mamme appunto. Come mai? Perché il corpo, fin da dentro la pancia, ascolta. Come? Memorizzando input non solo esterni ma soprattutto interni. E dove? Sulla pelle.
Ecco i miei primi brividi, letterali, sulle braccia. La pelle ci permette non solo di sentire il tatto, ma di sentire la musica.
“La musica – nelle parole del pensatore Galimberti citato da Massara – è corpo e si sente sul corpo come i baci e le carezze. Non si ascolta solo con le carezze. È il corpo che vibra.”
In ambito prenatale il cervello non memorizza a livello neuronale, ma le fibre dell’affettività si attivano da subito: il piacere che un corpo prova sotto una carezza non è solo il toccare ed essere toccato, “è un piacere sottile, molto raffinato. E il piccolo usa questo percorso” per creare la sua prima unione con la mamma, quel legame reciproco in cui il bimbo si riconoscerà anche dopo la nascita. E lo può fare proprio perché prova la sensazione tattile di essere un oggetto d’amore.
Fino a qualche anno fa si pensava che l’embrione non avesse possibilità di sentire, che la capacità percettiva si sviluppasse dopo la nascita. Le neuroscienze hanno spiegato invece che già all’ottava settimana di gestazione il feto è tutto ricoperto di pelle e che alla quindicesima il piccolo comincia ad attivare i sensori.
Il feto sente! Certo in maniera proto mentale, ma “ci ascolta e impara”. Le ricerche e le sperimentazioni degli ultimi vent’anni nel campo della psicologia prenatale hanno confermato infatti la presenza di un nucleo esperienziale, emozionale e psichico neonatale.
È ciò che il dott. Soresi, presente alla conferenza e come sempre affabile e solare, sintetizzando il pensiero del prof. Mancia, chiama il “nucleo inconscio”: la “memoria implicita”, la nostra scatola nera che ci fa agire nel bene e nel male, che condizionerà gli affetti anche da adulti. Ed ecco, imminenti, altri brividi lungo la schiena.
Tutto nasce dentro la pancia. Ci formiamo non solo per i nostri geni, ma anche per l’ambiente circostante. Non siamo solo geneticamente predisposti, ma sono anche le relazioni, le interazioni a formarci.
Esiste quindi, ed è provato scientificamente e non solo empiricamente dalle strapiene agende per appuntamenti degli psicologi, che sono i genitori in primis a formarci e non solo dopo la nascita: il feto percepisce e c’è una continuità tra vita intra ed extrauterina.
E non solo. Esiste la possibilità concreta che il feto percepisca musica per piacere e per leggere il mondo circostante: il piccolo si impossessa di ciò che ha intorno, instaura la sua relazione con la mamma attraverso “il contatto epidermico che crea un flusso di emozioni piacevoli ed è vissuto come una forma di comunicazione.”
Così si instaura quel primo legame, quella relazione “senza la quale l’individuo cresce male e si spegne”. A questo punto i brividi sono ormai parte della mia pelle e non mi lasceranno fino a casa, dopo i convenevoli e la carezza con cui Massara mi saluterà a fine conferenza.
Da diversi anni molti ginecologi, ostetriche ed esperti della prenatalità italiani e stranieri sottolineano l’importanza della musica e della voce materna – parlata e cantata – per gli effetti positivi che hanno sul feto e sul suo futuro. Studi e contro studi di lirici e soprani soprattutto francesi hanno creato corsi pre-parto sulla base del canto materno: il canto prenatale di Marie-Louise Aucher è ormai molto diffuso.
Massara, conscio di tutto questo e dopo aver sperimentato per anni il potere curativo e tranquillizzante della musica – ad esempio in casi di amennorea o di coma – ha pensato di applicar il tutto al feto.
Perché allora l’idea del grembo armonico? Perché come si è predisposti geneticamente al linguaggio così lo si è anche alla musica. Esistono i geni musicali! Li hanno scoperti in Finlandia e sarà ora affascinante capire il rapporto tra predisposizione linguistica e musicale.
Se dunque il feto si trasforma e cresce per il DNA, lo fa anche per l’ambiente: esiste una vera e propria scienza dell’affettività, del toccare come affetto e amore che risvegli appunto l’intelligenza emotiva per creare desiderio di vivere. Il grembo armonico ha questa azione preventiva: predispone il bimbo a vivere bene e a sentirsi amato in un cammino di vita armonico.
In cosa consiste il grembo armonico? In un “percorso musicale per bimbo e genitori”.
Una fascia: un marsupio sonoro da mettere sulla pelle nuda a cui attaccare un lettore musicale. Delle cuffie: per l’ascolto della mamma. 2 CD per il bimbo: ogni giorno si ascolteranno sinfonie semplificate di matrice europea: Bach, Vivaldi, Mozart e Bartok.
Parallelamente allo sviluppo fetale, le strutture musicali diventano più complesse: piccoli schemi di non più di 10 secondi per 10 minuti, mattino e sera, le prime settimane. Dopo 2 o 3 settimane 20-25 secondi. Poi sempre più lunghi fino al brano intero, di circa un minuto e mezzo.
1 CD per le mamme: training autogeno verbalizzato su sfondo musicale per 6-8 minuti – per rilassarla e eliminare gli stress connessi alla gravidanza – e una serie di ninna nanne su cui imparare a cantare e a far vibrare la propria voce – c’è anche tutta una serie di esercizi e vocalizzazioni per scaldarla e renderla più soave, come in un mantra.
Proprio “attraverso il respiro la madre prende coscienza del proprio essere”. E’ importante che canti anche il padre perché il feto possa sentire la diversità dei timbri. Ed è importante anche il massaggio del padre perché tatto e udito sono intimamente legati come suddetto e perché, alla fine, anche la mamma ha bisogno di coccole comunque! Il canto e il contatto rinforzano i legami della coppia e col nascituro.
Massaggio pre e post natale per il grembo e per le mamme e importanza dell’inventare le parole delle ninna nanne: fanno parte del percorso emotivo e affettivo che darà al bimbo un’adeguata immagine di sé. Tra l’altro “le esperienze sulla stimolazione fetale per mezzo della voce materna hanno dimostrato che (…) lo stimolo, oltre a influenzare la reazione del feto, modifica anche il suo stato comportamentale”. Si commenta da sé.
Assaggi di ogni cd ci portano per mano verso la fine di questo affascinante percorso, come se stessimo davvero nascendo ora a nuova vita e fossimo pronti, finalmente, ad essere accolti nel mondo come oggetti d’affetto.
L’ultimo è una ninna nanna di donne latino americane: il rituale le vuole sedute in cerchio coi loro bimbi mentre cantano massaggiandoli.
In sottofondo un torrente il cui suono si fonde con quello della nuova cascata del centro botanico. Le parole conclusive di Massara sono, conformemente a tutto il suo discorso, toccanti e pregne di significato: abbiamo creato il grembo armonico per “costruire bambini con qualcosa in più. E’ l’unica possibilità per tentare di cambiare il mondo” e renderlo migliore perché ricco di amore.
Non posso che andarmene a casa entusiasta e visibilmente commossa. Poter non solo dare amore e protezione dopo la nascita, ma ancora prima: cosa potrebbe volere di più una mamma? Niente, davvero niente.
E allora, a nome di tutte le donne che sanno che il loro ventre è “l’antro nel quale viene a risuonare un nuovo organo” e che, come la madre terra sono qui per accoglierlo e amarlo, grazie di cuore!