Essere magri è sufficiente per considerarsi sani? L’indice di massa corporea, il famoso indicatore basato sul rapporto tra peso e altezza, non sarebbe un indicatore efficace per quanto riguarda lo stato di salute e potrebbe presto non essere più considerato valido. A parere degli esperti, andrebbe perlomeno migliorato.
Ad affermarlo sono i ricercatori dell’Università della Pennsylvania, attraverso la rivista Science. Pare infatti che vi siano individui che mostrano un rischio di morte inferiore, sebbene secondo il loro indice di massa corporea (BMI) risultino in sovrappeso. L’indice di massa corporea era stato inventato nell’800 dal matematico Adolphe Quetelet e potrebbe presto andare in pensione.
I principali punti deboli consistono nel non considerare la proporzione tra muscoli e tessuto grasso e nel non tenere conto delle differenze di genere e di razza. A parere degli esperti sarebbe necessario considerare maggiormente la distribuzione degli accumuli di grasso nell’organismo, che in alcune zone risulterebbero meno pericolosi rispetto ad altre.
Chi, secondo l’indice di massa corporea, risulta sottopeso, non sempre può considerarsi in salute. Secondo i ricercatori, infatti, un Bmi troppo basso potrebbe indicare problemi a livello del metabolismo o carenze nutrizionali. La pericolosità del grasso in eccesso potrebbe variare a seconda delle zone del corpo in cui gli accumuli risultano presenti.
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Gli esperti, che hanno espresso le proprie considerazioni all’interno di un editoriale pubblicato da Science, hanno dichiarato che ci troviamo in presenza di un bisogno urgente di mezzi pratici e più accurati per l’individuazione dell’obesità e il calcolo del rischio di morte, con particolare riferimento alla misurazione del livello degli ormoni e della composizione del corpo.