Siete tra coloro che la notte non solo contano le pecore, ma danno anche un nome ad ognuna, nel tentativo disperato di prendere sonno? Oppure, avete ormai rinunciato alla speranza di addormentarvi la sera e risvegliarvi la mattina dopo…
Quindi, stanchi di girarvi nel letto, con gli occhi sbarrati e il nervosismo che cresce, trascorrete la notte leggendo libri, guardando la TV o navigando su internet? Beh, un’altra brutta notizia per voi, anche se immagino direte “Perché, il dramma di notti che non finiscono mai non basta?”.
La vostra insonnia infatti, oltre ai solchi neri sotto gli occhi che colleghi ed amici compassionevoli fingono ormai di non notare, solo per non affondare il coltello nella piaga, procura anche danni al cervello, con ripercussioni sulla memoria e l’attenzione.
È quanto affermano i membri del gruppo di ricerca olandese Eus Van der Werf, diretto da Ellemarije Altena. Lo studio, pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry, ha preso in esame individui che soffrono di insonnia cronica ed altri che dormono regolarmente. Si evidenzia come nei primi vi fosse una minore densità di materia grigia nell’area del cervello deputata alla formazione della memoria.
A rischio dunque la perdita dei ricordi, ma anche la capacità di tenere livelli di concentrazione elevati. Inoltre, quanto più grave è l’insonnia, tanto maggiore risulta la perdita di materia grigia.
Un serio danno, dunque, nell’attività lavorativa e nella vita relazionale, per le persone coinvolte dal problema. La ricerca getta luce su una conseguenza della mancanza di sonno fino al momento poco considerata. Il ridotto sviluppo di aree specifiche del cervello era da sempre attribuito esclusivamente a condizioni di forte stress, come la sindrome post traumatica.
Un danno da non sottovalutare, dunque, che pone il problema dell’insonnia all’attenzione del mondo scientifico in modo più urgente, per evitare che diventi il punto di partenza di più seri disturbi psico-fisici.