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Fumo, scoperto l’inibitore che allontana le ricadute

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Spegnere la voglia di fumare. Si può e ci sono riusciti i ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health di Toronto.

Se l’esposizione alla nicotina provoca l’interazione tra due neuro recettori nel cervello, i ricercatori hanno fatto in modo che un inibitore sia in grado di eliminare quel collegamento e ridurre il numero di recidive dopo l’esposizione a stimoli ambientali che in precedenza erano associati all’assunzione di una dose di nicotina in soggetti ex fumatori.

La novità di questa ricerca è quella di aver studiato principalmente gli aspetti della dipendenza legati agli stimoli ambientali – spiega Roberta Pacifici direttore dell’Osservatorio fumo, Alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità 1- , come, ad esempio, la gestualità e tutto quello che rientra nel comportamento psicologico. Si è spostato l’interesse metodologico che prima si concentrava sulla dipendenza dalla sostanza“.

Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tabagismo, ogni sei secondi il tabacco uccide una persona e troppo spesso il vizio lo si prende da giovanissimi. Una ricerca recente dell’associazione I-think 1 rivela che “chi comincia a fumare a 15 anni ha una probabilità di morire di cancro tre volte maggiore rispetto a chi inizia 10 anni più tardi”.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania