È stato effettuato il primo trapianto italiano di microbiota fecale, più volgarmente trapianto di feci. L’insolita operazione si è svolta a Milano all’Ospedale Luigi Sacco, protagonista una giovane donna con una grave infezione intestinale da Clostridium difficile, un microrganismo particolarmente resistente agli antibiotici.
Ecco allora che si è pensato di ricorrere a questo trapianto già effettuato in altre parti del mondo con successo. L‘intervento è andato a buon fine dato che, due settimane dopo l’operazione, non vi era più traccia della tossina batterica che segnalava la presenza di questo pericoloso germe all’interno dell’intestino della donna.
A spiegare meglio come si è svolto l’intervento è stato Massimo Galli, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano al Corriere: “La paziente soffriva di un’infezione da Clostridium difficile che sei mesi di terapia con vancomicina (un antibiotico) non erano riusciti a debellare. Il germe è un costituente della flora batterica intestinale (cioè di quella popolazione di microrganismi che albergano del nostro intestino: il microbiota). Di solito è innocuo, ma può diventare particolarmente pericoloso soprattutto quando terapie antibiotiche, somministrate per curare patologie diverse, distruggono i suoi ‘antagonisti’ e gli lasciano spazio libero per riprodursi“.
La paziente però non poteva più aspettare, soffriva di fortissime diarree ed era molto debilitata. Ecco allora che viste le esperienze precedenti e una ricerca olandese che aveva dimostrato l’efficacia di questo trapianto in 15 casi su 16 si è deciso di procedere.
Ma come si esegue questo orginale trapianto? A spiegarlo è sempre il dottor Galli: “Il materiale, che nel nostro caso è stato ottenuto da un congiunto stretto della paziente è stato opportunamente preparato e “iniettato” con un colonscopio nella parte alta (iniziale) del colon in modo che non fosse subito espulso“.
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