Quanto può condizionare la qualità di vita di una persona una malattia come la psoriasi?
Tanto, a giudicare dai risultati del Progetto Daniele, uno studio condotto su 787 pazienti e coordinato dalla Clinica dermatologica dell’Università Federico II di Napoli.
Sono circa 2,5 milioni gli italiani che ne sono affetti e ben il 59% ha visto comparire la malattia entro i 39 anni. Questo comporta che lo stile di vita di un paziente affetto da psoriasi moderata o grave (quella oggetto dello studio) venga seriamente influenzato dalla patologia: dal luogo di lavoro al tempo libero, dalle possibilità di carriera all’interazione con gli altri nella vita di tutti i giorni.
Il 40% dei pazienti intervistati ritiene infatti che la malattia abbia condizionato in maniera negativa le aspettative di vita e la carriera: una persona su quattro dichiara di essere stata penalizzata nelle opportunità di avanzamento professionale e circa il 22% afferma di aver subito penalizzazioni nelle proprie potenzialità di guadagno. Inoltre, ogni paziente perde in media, per diversi motivi, una giornata lavorativa al mese, con un costo che viene stimato in circa 2000 euro all’anno.
Ma la malattia non influisce negativamente solo sulla sfera lavorativa: l’80% degli intervistati non pratica alcuno sport e il 68% si sente condizionato nella scelta degli abiti da indossare, problema questo che riguarda soprattutto le donne. E sono proprio i pazienti di sesso femminile, secondo lo studio, quelli che risentono maggiormente degli effetti della malattia sulla propria vita anche se sono invece gli uomini a ricorrere di più al supporto psicologico (il 55% rispetto al 45% delle donne).
Lo studio, realizzato presso 29 centri dermatologici pubblici specializzati nella cura della psoriasi, analizza anche le patologie concomitanti, che interessano quasi la metà del campione (il 47,1%) e riguardano spesso i rischi cardiovascolari. La più diffusa è l’artropatia psoriasica, presente in un terzo della popolazione osservata (31,4%); seguono ipertensione (29%), iperlipemia (13%) e diabete (10%).
“Ed è proprio a questi pazienti ‘complessi’ che dobbiamo prestare particolare attenzione” dice Ornella De Pità, primario del Laboratorio di immunologia e allergologia dell’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma. “Il Progetto Daniele mette in luce la natura sistemica della psoriasi, che interessa l’intero organismo e necessita quindi di un approccio globale che vada oltre il sintomo cutaneo“.
Una malattia pervasiva, che invade anche le sfere più intime del paziente condizionandone vita e rapporti sociali: per questo, secondo gli studiosi, è necessaria una valutazione clinica “adeguata e multidisciplinare“.
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Eleonora Cresci