La psoriasi è una malattia della pelle che si manifesta con chiazze rossastre che si squamano.
Spesso influenza negativamente la vita non solo nel rapporto con gli amici o il partner, ma anche sul lavoro nei confronti dei colleghi fino ad arrivare a compromettere la carriera delle persone.
Una ricerca italiana dal nome “Daniele” ha valutato proprio l’impatto che ha la psoriasi sugli ambienti di lavoro analizzando 800 pazienti e i risultati sono davvero sconfortanti.
Fabio Ayala, direttore della Clinica dermatologica dell’Università Federico II di Napoli ha commentato questo studio con queste parole:
“I risultati evidenziano come la psoriasi moderata o grave possa condizionare una scelta di lavoro futuro o avere implicazioni sulla carriera, ma anche rendere difficile svolgere attività manuali se la malattia ha colpito le mani. Alcuni pazienti hanno dovuto addirittura abbandonare il lavoro o cambiare impiego”.
Infatti, come spiegano i pazienti, basta che qualcuno sull’ambiente di lavoro si soffermi a guardare una chiazza e ci si sente diversi. E questo, a lungo andare, diventa un peso insopportabile che porta anche a lasciare il lavoro. I colleghi dei malati di psoriasi spesso chiedono quasi impauriti cosa sia successo alla loro pelle e temono che sia qualcosa di contagioso. Gli esperti sottolineano che esistono ancora tantissimi pregiudizi su questa malattia.
Quindi la psoriasi ha effetti non solo sulla pelle ma anche sulla sfera emotiva, questo è quello che ci fa capire lo studio “Daniele”: quasi un paziente su due “non si sente più la stessa persona da quando è malato“. I dati, inoltre, ci dicono che circa i due terzi del campione provano vergogna, frustrazione e sono condizionati anche nelle semplici scelte di ogni giorno.
Concetta Potenza, direttrice dell’Unità operativa di dermatologia del Polo Pontino – Università La Sapienza di Roma dice:
“L’80% degli intervistati non pratica alcuno sport e sei pazienti su dieci non vanno in piscina o al mare per evitare di mostrare la propria pelle. Inoltre, due pazienti su tre, soprattutto donne, sono condizionati nella scelta degli abiti da indossare. E per un terzo del campione la psoriasi influisce negativamente sulle relazioni intime”.
Quindi un problema della pelle che crea gravi disagi e proprio per questo va curato velocemente, Ayala dice:
“Le manifestazioni cutanee possono essere ridotte a livelli minimi intervenendo con terapie adatte. Ormai esiste, pressoché per ogni caso, la possibilità di una soluzione personalizzata. E non va dimenticata la natura sistemica della psoriasi, che interessa l’intero organismo”.
Curare la psoriasi e non trascurare il problema quindi aiuta anche a migliorare la vita lavorativa e affettiva. Noi, nel nostro piccolo, vi diamo qualche consiglio per vivere meglio con questa malattia.