L’alcol fa più male delle droghe. A lanciare la notizia è stato il giornale britannico The Lancet attraverso un articolo pubblicato secondo i dati forniti da Dadiv Nutt, ex capo della commissione governativa sulle droghe.
La notizia ha destato scalpore in tutto il mondo. Lo studio inglese infatti ha sottolineato che il consumo abituale di alcol è più dannoso dell’abuso di droghe come l’eroina e la cocaina. Gli italiani, grandi consumatori ed estimatori del buon vino, in qualche modo si sono sentiti in dovere di ribattere.
Francesco Orlandi, professore ordinario di Gastroenterologia all’Università degli Studi di Ancona, partendo da una metafora di Curtis Ellison, professore alla Harvard University di Boston ha commentato: “Nella nostra società l’uso degli automezzi provoca perdite umane superiori all’uso delle armi da fuoco, ma non si può mettere nel piatto della stessa bilancia la vettura di famiglia ed un mitra costruito per uccidere. Il comitato inglese ha commesso un grossolano errore di metodo, indicato come’floating denominator problem’ nella nomenclatura epidemiologica e traducibile nel popolaresco ma efficace confondere le ‘mele con le pere’“.
Un grosso errore, che non ha sortito l’effetto sperato. Continua il medico: “Demonizzare l’oggetto è facile ma deviante, ed è socialmente pericoloso perché una considerazione sbagliata getta discredito su dieci raccomandazioni giuste. La promozione della temperanza è la vera sfida per i nostri ragazzi, circondati da continui stimoli a comportamenti compulsivi, dalle calorie alla musica assordante fino all’happy hour e alle notti bianche“.
Ecco cosa pensa Fulvio Ursini, professore Ordinario di Biochimica all’Università di Padova: “L’alcolismo è cosa ben diversa dal bere moderatamente un bicchiere di vino ai pasti o sorseggiare una birra in compagnia. È come dire che bere l’acqua fa male considerando il numero di annegati per poi giungere alla conclusione che l’acqua andrebbe bandita. Ignorare, come fa Nutt, il ruolo della dose e la numerosità del campione significa letteralmente ‘dare i numeri’. Stupisce che una seria rivista scientifica abbia offerto le sue pagine a uno studio simile“.
Secondo Giovanni de Gaetano, direttore dei Laboratori di Ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, “l’alcol, bevuto moderatamente, si è rivelato un ottimo alleato per la salute delle persone, mostrando effetti benefici sul fronte cardiovascolare non solo in termini di prevenzione primaria, ma anche dopo un evento cardiovascolare“.
Un bicchiere di vino a tavola non fa male, ma senza esagerare.
Francesca Mancuso