Gli uomini e le donne sono diversi, e questo lo sapevamo già ma uno studio condotto presso l’Università di Sassari ha mostrato che le cellule dell’uomo hanno un comportamento più prevedibile e rigido mentre quelle delle donne sono più adattabili. Ma a questo punto sorge un interrogativo: sono necessari farmaci differenziati in base al sesso?
La prova è stata fatta prendendo in considerazione il farmaco più utilizzato, cioè l’aspirina che viene anche utilizzata quotidianamente da milioni di persone per prevenire il rischio di infarto del miocardio. E valutando 23 sperimentazioni nel corso di quarant’anni si è scoperto che la terapia a base di aspirina era quasi inutile per le donne e quindi in realtà assumevano farmaci senza riceverne benefici, subendo tutti i danni dovuti agli effetti collaterali.
Questo studio, pubblicato da Todd Yerman della University of British Columbia fa parte di una lunga serie di ricerche che stanno dando vita alla possibilità di sperimentare nuove medicine specifiche per uomo e donna.
La malattia si manifesta in modo diverso tra i sessi e per secoli la medicina ha utilizzato cavie maschili nelle sperimentazioni precliniche dei farmaci. Questo è quanto sostiene con fermezza il numero di marzo della rivista Science, organo ufficiale dell’American Association for the Advancement of Science.
E proprio per approfondire questo aspetto, a ottobre a Padova ci sarà il secondo congresso nazionale sulla medicina di genere, organizzato dal Centro Studi Nazionale su Salute e Medicina di Genere e dalla Fondazione Giovanni Lorenzini.
Tra i risultati scientifici che hanno dato certezza sulle differenze di genere che esistono nelle manifestazioni di alcune patologie, possiamo fare riferimento a quelle che riguardano lo stomaco o i polmoni.
Per quanto riguarda lo stomaco ci sono due tipi diversi di ulcera, le donne sono soggette all’ulcera gastrica (la lesione è causata dai succhi gastrici), gli uomini invece a quella duodenale (che colpisce il primo tratto dell’intestino).
È più probabile che un’ulcera guarisca nelle donne rispetto che negli uomini e questo grazie agli ormoni femminili, infatti il progesterone, che inibisce la formazione dei succhi gastrici, in unione con gli estrogeni svolgono un’importante azione di difesa delle mucose.
Per quanto riguarda i tumori ai polmoni, tutti i dati in possesso dell’Associazione Italiana Registri Tumori ci indicano che i danni peggiori li subiscono le donne. Da alcuni esperimenti Carolyn Dresler, dell’International Agency for Research on Cancer di Lione, ha scoperto che una specifica combinazione dei livelli di due enzimi porta ad un maggiore rischio di sviluppare il tumore al polmone e questa situazione si verifica soprattutto tra le donne.
Il sesso femminile ha anche una tendenza ad una mutazione genetica che le predispone alla malattia e che blocca i meccanismi di riparazione del DNA. Ma proprio questo “guasto” fa sì che le donne reagiscano meglio ad alcuni farmaci come, per esempio, quelli a base di platino che viene utilizzato per le chemioterapie o che contengono erlotinib e gefitinib (molecole che colpiscono il recettore del fattore di crescita epiteale, EGFR).
Queste prove portano gli esperti ad indagare di più sull’effettiva efficacia sulla popolazione femminile dei farmaci attualmente in commercio. Sarebbe grave ricevere oltre al danno della non risoluzione della malattia anche la beffa degli effetti collaterali.