Rughe e pelle secca, ma anche colorito giallastro e a chiazze. Non è proprio un bel quadro quello del viso di una donna che fuma.
E pare che immagini come questa funzionino come deterrente nella lotta alle sigarette molto più di quei messaggi sui pacchetti dalla dubbia utilità.
Così, gli scienziati della Staffordshire University hanno puntato proprio sulla vanità del gentil sesso per sconfiggere la dipendenza dal fumo e hanno ricostruito dei volti femminili con una tecnologia detta di “morphing”, mettendo in risalto gli effetti dell’invecchiamento sulle fumatrici.
Più di 30 delle 47 donne prese a campione di età compresa tra i 18 e i 34 anni hanno deciso di smettere di fumare come diretta conseguenza della vista delle trasformazioni sul viso e sulla pelle procurate dal tabagismo.
Come spiega Sarah Grogan, che ha diretto la ricerca, “il software ha reso visivamente gli effetti dell’avanzata progressiva degli anni, comparando le immagini di una fumatrice con quelle di una non fumatrice. E alla fine pare che la voglia di vedersi belle valga più della paura di patologie oncologiche, vascolari, polmonari e neurologiche“.
Lo studio, pubblicato sul British Journal of Health Psychology, ripercorre un po’ la strada già battuta 25 anni or sono dal medico Douglas Model che in un articolo coniò l’espressione “smoker’s face” (faccia da fumatore): zampe di gallina, guance atrofiche e lasse, perdita di elasticità della pelle del volto che diventa secca e ruvida.
Non solo. Ma vogliamo parlare anche dei denti giallognoli, dell’alito non sempre gradevole e dei problemi di acne?
Germana Carillo