Velocità e longevità, un connubio risultato vincente. In base all’andatura di un anziano, infatti, gli esperti dell’Università di Pittsburgh (USA) sono in grado di poter dare informazioni preziose in merito alle sue prospettive di vita.
Proprio così. La ricerca, diretta da Stephanie Studenski e pubblicata sul Jama, è stata condotta su 34.485 persone di età superiore ai 65 anni, osservate dal 1986 al 2000. Ai soggetti coinvolti è stato richiesto di camminare a passo normale percorrendo una distanza di 6-8 metri. È stata poi misurata la velocità della loro camminata che nella media si attestava intorno ai 0,92 metri al secondo.
Il risultato? Molto semplice. Chi cammina con passo deciso aumenta il proprio tasso di sopravvivenza.
Dallo studio, infatti, è emerso che la differenza di rapidità aveva influito sulle prospettive di vita di tutti i partecipanti, in particolare degli over 75: gli uomini e le donne di quest’età che camminavano in maniera più spedita avevano rispettivamente l’87% e il 91% di possibilità in più di restare in vita per i successivi 10 anni.
In sintesi, quindi, camminare a una velocità superiore a 0,92 metri al secondo è indice infallibile di longevità e salute. Questo perché – come spiega Stephanie Studenski – “il cammino coinvolge i muscoli, lo scheletro e l’apparato cardiocircolatorio, e un’andatura lenta può riflettere danni a questi sistemi”.
Tra gli anziani dal passo troppo lento che sono più a rischio ci sono gli ultra-sessantacinquenni che nella camminata non riescono a superare la soglia degli 0,6 metri al secondo.
Fabrizio Giona