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Storia di ordinario amore materno

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Una leucemia acuta linfoblastica e poi la guarigione grazie al midollo osseo della madre. Succede a un ragazzo di Perugia, oggi 23enne, che nel 2003 si era sottoposto all’intervendo di donazione a Roma.

Poi quello che gli scienziati chiamano “chimerismo completo“: grazie quel midollo osseo materno, il ragazzo acquisisce le caratteristiche genetiche della madre per il proprio sangue e ne deriva un sistema immunitario uguale.

Poi ancora la chemioterapia e le complicazioni dell’apparato urologico. Che fare? Prima la dialisi, poi un rene nuovo. Uno della madre. Già, e il tutto senza alcun tipo di rigetto, perché il sistema immunitario non riconosce come diverso il rene trapiantato. Quasi un miracolo.

Ed è così che l’amore di una mamma si rende evidente due volte.

Il trapianto di rene è consistito in due interventi in due sale operatorie: il prelievo dell’organo dalla mamma è stato effettuato dagli urologi Giovanni Pasquale ed Andrea Bosio e dall’anestesista Fabio Gobbi. Il trapianto sul figlio è stato effettuato dai chirurghi vascolari Piero Bretto e Monica Hafner con l’urologo Fedele Lasaponara e l’anestesista Guido Sansalvadore.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania