master universitario in medicina generale

Master universitario in Medicina Generale, parlano i medici

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Dopo la presentazione del nuovo Master in Medicina Generale istituito presso l’Università Campus Bio-medico di Roma, arrivano i commenti di giovani medici e aspiranti tali. Il dottor Luca Gabriele Punziano, che frequenta l’MMG, si è offerto di spiegare il proprio punto di vista.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Nonostante i problemi che sto per esporre, ho molta fiducia nel futuro della medicina generale in quanto noto che le persone che frequentano il corso hanno il giusto spirito per affrontarlo. Inoltre, tale corso, noto come Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale ci prepara adeguatamente ad affrontare il nostro futuro. Purtroppo quello che ci preoccupa va al di sopra della nostra preparazione: durante il corso, infatti, non solo non siamo considerati al pari degli specializzandi delle altre materie dal punto di vista burocratico, ma anche e soprattutto dal punto di vista economico. Percepiamo infatti 850 euro, a differenza dei 1765 euro degli specializzandi. Dunque non abbiamo pari diritto né pari dignità.

Con il tempo la situazione è andata peggiorando: tante promesse abbiamo sentito da parte di diversi rappresentanti delle Istituzioni, che dichiaravano ai quattro venti di equipararci come una specializzazione (cosa che avviene in altri Paesi Europei come Germania, Francia, UK, ecc.), ma, invece, abbiamo subito l’onta di pagare ogni mese la quota IRPEF (in quanto considerati dei lavoratori dipendenti autonomi nonostante un misero stipendio) pari a più di 100 euro al mese (la quota lorda che percepiamo è infatti di 966 euro) e, da quest’anno, anche la quota B Enpam (pari a 800 euro, quindi una mensilità) proprio perché equiparati ai fini fiscali ai lavoratori dipendenti.

Dispiace davvero che le nostre esigenze non siano considerate, e che, inoltre, venga chiusa a chi è già specialista, la possibilità di fare lavori extra all’interno del corso, nonostante il tempo lo permetta (secondo contratto abbiamo a settimana 26 ore di pratica e 8 ore di formazione teorica) e il misero guadagno ci obblighi a farlo.

Il mio pensiero va a tutte quelle persone che hanno seguito o stanno ancora seguendo questo corso, con figli e spese extra a carico: l’entusiasmo non manca ma non c’è una giusta progettualità.

In questo rientrano le nostre considerazioni sul Master: non riteniamo giusto che in un futuro non molto lontano ci possano essere dei medici con il bollino blu ed altri no perché non hanno avuto le possibilità economiche di formarsi ulteriormente (il costo del corso, seppure minore rispetto ad altri Master, non è da sottovalutare soprattutto dopo le considerazione fatte poc’anzi).

Se proprio è necessaria un’ulteriore formazione, è bene che questa avvenga anche aumentando il corso MMG a 5 anni, ma considerandolo una vera e propria specializzazione. Così invece diventa solo un diplomificio, dove contano più i titoli appresi che l’esperienza clinica che si può acquisire solo sul campo e non solamente con lezioni teoriche.

Che il Corso MMG vada migliorato non ci sono dubbi ma agendo su di esso, non creando ex novo un Master esterno, limitato praticamente a pochi.

Mi preme, inoltre, trattare di altre problematiche: ovvero il post-corso. Molte persone escono dal triennio con la speranza di avere un immediato e repentino inserimento nella graduatoria di guardia medica (continuità assistenziale) o di medicina di famiglia (assistenza primaria), ma ciò non avviene.

In più, è preoccupante per noi il ripristino di alcuni decreti, tra cui l’articolo 1 comma 16 del Decreto Legge 324/93 convertito nella Legge 423/93 che consente “ai medici ospedalieri di riprendere la convenzione in assistenza primaria od continuità assistenziale scavalcando chiunque sia in graduatoria, abbia il corso di formazione sia nella percentuale del 67 % o in quella del 33 %, senza neppure essere iscritto nella graduatoria di medicina generale“.

Inoltre, proprio a Roma dove è stato deciso di istituire il Master in Medicina Generale come progetto pilota, i posti disponibili in medicina generale non vengono assegnati nel rispetto delle percentuali del 67% destinate a coloro che sono in possesso dell’attestato e del 33% agli equipollenti, ma solo agli equipollenti che risultano essere in graduatoria ad un punteggio maggiore del nostro (avendo avuto più tempo per fare attività extra e valide come punteggio) nonostante l’Accordo Collettivo Nazionale spieghi come applicare tale percentuale.

Concludendo, credo che ci siano diversi punti su cui iniziare a lavorare e quelli appena enunciati vengono ritenuti da me e da diversi colleghi del corso MMG come quelli prioritari ed irrinunciabili.

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