La musica rilassa, emoziona e aiuta anche a ricordare. In questi giorni abbiamo appreso la notizia che la musica aiuta a tenere alto l’umore, ma gli studi sulle applicazioni della musicoterapia sono svariati e ne dimostrano l’utilità per trattare diverse patologie anche gravi.
Secondo Michelangelo Mancuso della Clinica Neurologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, diretta dal prof. Luigi Murri, la musica è un ottimo trattamento (per giunta economico) per combattere l’Alzheimer.
Le note possono giovare alle persone affette da questa grave patologia neurologica. Esiste, infatti, nel cervello un’area dei ‘ricordi musicali’ che resta intatta nonostante la degenerazione che la malattia produce. Insomma, seconda quest’affascinante ipotesi, ognuno di noi avrebbe incisa nel cervello la colonna sonora della propria vita.
Un gruppo di ricercatori della California ha studiato il legame musica/ricordi ed è ha scoperto che l’area del cervello in cui c’è questo indissolubile legame è in prossimità della fronte.
L’area in questione ha la funzione di associare la musica ad eventi particolari cui fa da sottofondo: questa zona è un vero e proprio punto di snodo neurale tra corteccia uditiva e memoria che si attiva anche dopo anni, nel momento in cui riascoltiamo il brano che ha “segnato” la nostra vita, provocando una sorta di nostalgia che ci induce a rievocare il momento in cui quella canzone ci è entrata nel cuore e le emozioni che abbiamo provato in quel momento.
Secondo i ricercatori quest’area è una delle ultime ad essere danneggiate dal morbo di Alzheimer, la musica potrebbe risvegliare in questi soggetti flebili barlumi di memoria… per una proustiana ricerca del tempo perduto.