Le dimensioni contano. È inutile girarci pietosamente attorno. Un partner con un “piccolo amico” è imbarazzante. Per lui, che si sente sempre inadeguato, e per noi, che dobbiamo pure fingere che la cosa non ci faccia il minimo effetto. Ma lo fa.
Il momento dell’avvilente scoperta è sempre difficile. Se vi state intrattenendo con un partner occasionale, l’incidente –e il partner- sono facilmente archiviabili. In questo caso, potete dare un saggio delle vostre abilità teatrali ed esibire una scusa come un improvviso impegno o un’amica sull’orlo del suicidio. Il mal di testa no, non ci crede più nessuno. Oppure fingete uno squilibrio psichico. Potete sbizzarrirvi nella dimostrazione di sintomi. Balbettate, urlate, fischiettate, schioccate la lingua a ritmi alterni. A meno che l’uomo in questione non dimostri una meravigliosa sensibilità, evitate di proseguire l’incontro.
Nel caso molto peggiore che a indossare il kit in miniatura sia l’uomo di cui siete innamorate, le cose si complicano. L’attimo in cui si porta la mano al posto giusto e si emette un gridolino (di gioia, pensano loro, di disperazione, sappiamo noi) o si resta in un dignitoso silenzio, deglutendo l’amaro boccone, ci trasporta in un mondo di domande e di insicurezze.
È vero che la cosa più importante è il modo in cui il piccolo viene utilizzato. Ed è vero che un uomo con una buona autostima erotica e un alto livello di ascolto saprà trasformare l’incontro in un’esperienza piacevole. Però, anche l’occhio vuole la sua parte e una dimensione eccessivamente ridotta conduce, spesso, il padrone a diventare insicuro e poco piacevole.
Dagli Stati Uniti, però, arrivano grandiose notizie. Uno studio effettuato dal professor Anthony Atala, direttore dell’Istituto di Medicina Rigenerativa dell’Università del Wake Forest nel North Carolina, promette possibilità di ricostruzione e allungamento del pene. Il prof. Atala è considerato un autentico genio per le sue ricerche nella rigenerazione dei tessuti.
Lo studioso e la sua equipe sono riusciti a costruire un sostituto del pene perfettamente funzionante, usando tessuti sviluppati in laboratorio. Il ricevente della struttura, un bel coniglietto, non ha avuto lamentele rimarchevoli. Il professore assicura che la tecnica potrebbe essere presto (un presto scientifico, quindi nel giro di qualche anno) usata anche per l’uomo.
Da tempo il professore si occupa del problema. I primi tentativi di ricostruzione del pene si basavano sull’estrazione di varie cellule da un organo del paziente e sull’immissione delle suddette cellule in una cornice di collagene, che è la proteina primaria che forma il tessuto animale. Poi la biologia, particolari cure e tanta speranza facevano il resto, consentendo alle cellule di crescere e rigenerare il tessuto. Ma fino ad oggi, alla prova dei fatti, il tessuto ricostruito e impiantato nel corpo dell’ansioso coniglio non si erigeva, lasciando ricercatori e conigliette nella desolazione.
L’ultima ricerca contiene una novità importante. Invece di prelevare una sola porzione del corpo cavernoso, la struttura che trattiene il sangue consentendo l’erezione, il prof Atala ha deciso di estrarre tutto il corpo cavernoso e di impiantarlo nel pene ricostruito a partire da altre cellule del paziente, cresciute e monitorate con attenzione in laboratorio. Nessuna struttura estranea, quindi. Nessun elemento che potrebbe dare vita ad un rigetto, cosa estremamente poco piacevole, vista la zona.
E, sorpresa delle sorprese, su dieci conigli, otto sono stati in grado di avere un rapporto sessuale e quattro sono addirittura diventati padri. Ma l’equipe non si è fermata troppo a festeggiare i neonati coniglietti e ha continuato nel suo lavoro, studiando la possibilità di esportare questa metodologia sull’uomo. Questo risultato è di estrema importanza. Per gli uomini con problemi di dimensioni, fratture, disfunzioni varie, è la possibilità, finalmente, di avere un futuro roseo e ben attrezzato.
Per le donne, invece, ci sono due possibilità. Da ora in poi, quando vi troverete davanti ad un partner con un cucciolo per amico, avrete più di una scelta. Abbandonarlo al suo destino e passare all’incontro successivo, o portare pazienza, amarlo lo stesso e inviare, segretamente, i vostri risparmi al prof. Atala, così che possa concludere al più presto le sue ricerche e sperimentarle sul vostro uomo.
Fiammetta Scharf