Torniamo a parlare di obesità infantile, un problema che sembra non essere ancora una piaga nel nostro Paese, ma che comunque desta molta preoccupazione.
Certo, in Italia il fenomeno della cattiva alimentazione non è così preoccupante come negli USA, dove ad occuparsene è addirittura la Casa Bianca, ma anche qui non si scherza: secondo recenti dati ben 1 bambino su 3 è in sovrappeso, l’Adi parla del 24%.
Ma allora, come difendere i nostri piccoli dall’obesità e preservarli dai rischi che comporta, come ictus e infarti?
Certamente gran parte delle responsabilità pesa sulle spalle delle mamme (tanto per cambiare!). Tutto ruota attorno all’alimentazione: fondamentali le scelte alimentari fatte durante la gravidanza e il regime alimentare del pupo nei primi mesi di vita.
I pediatri, riuniti a Milano al Congresso della Società italiana di pediatria (Sip), puntano il dito contro l’eccesso di proteine animali, in particolare quelle del latte, e con l’abitudine definita “cattiva” di introdurre troppo precocemente il latte vaccino nella dieta dei bebè. No secco, dunque, ad una dieta proteica per scongiurare il rischio obesità. Così gli esperti mettono al bando anche il classico formaggino nella pappa. Idem per il parmigiano.
Non bisogna, inoltre, superare i 20 grammi di carne o formaggio e i 30 grammi di prosciutto. Questa tesi è stata confermata dallo studio europeo Chop (Childhood obesity project), condotto in 5 Paesi europei fra cui l’Italia. E i medici dei piccoli arrivano a dettare un contrordine alle mamme: niente parmigiano nelle pappe dei piccoli fino a un anno di età.
«Dobbiamo cambiare gli stili di vita – spiega Alberto Ugazio, presidente Sip – e farlo il più precocemente possibile, perché gli effetti migliori si hanno nei primi anni di vita. Quindi è fondamentale il controllo dell’alimentazione: se non risolviamo questo problema nei primi anni vita non lo risolviamo più».