Le restrizioni sulle vendite del paracetamolo potrebbero salvare 200 persone ogni anno. È quanto accaduto in Inghilterra, dove, grazie a una legge che ha limitato la taglia delle confezioni a 16 compresse da 500 mg, sono state salvate, dal 1998, anno della sua entrata in vigore, a oggi, ben 600 persone.
È così che si è potuto ridurre il rischio di overdose e di suicidio. Lo dice uno studio del Centre for Suicide Research dell’Università di Oxford guidato da Keith Hawton pubblicato sul Bmj, che ha analizzato i dati sulle morti per avvelenamento nell’arco di 10 anni, cioè tra il 1993 e il 2009, e il numero di pazienti ricoverati in ospedale per insufficienza epatica tra il 1995 e il 2009.
I ricercatori hanno così scoperto un significativo calo del numero di decessi in Inghilterra e nel Galles riconducibili proprio alla legge che diminuisce le confezioni di paracetamolo. L’overdose al paracetamolo sono estremamente comuni in Gran Bretagna, soprattutto nei giovani, e riguardano circa il 40% delle persone che si presentano in ospedale a seguito di auto-avvelenamento dopo aver preso il paracetamolo, sia in forma pura che in composti. Quando il paracetamolo è assunto in eccesso può causare gravi danni al fegato e portare persino alla morte.
“Abbiamo stimato, basandoci sui trend precedenti, che ci sono stati 600 morti in meno a causa dell’overdose di paracetamolo rispetto a quelle che ci sarebbe stato se la legge non fosse stata introdotta. Mentre alcuni di questi effetti potrebbe essere dovuto a una migliore gestione ospedaliera dell’overdose da paracetamolo, noi riteniamo che, in realtà, gran parte del merito va attribuito all’introduzione della normativa“, ha detto Hawton.
“Siamo estremamente lieti che questo provvedimento abbia avuto tali benefici, ma pensiamo che ci sia ancora molto da fare per ridurre ancora il numero di morti per questa causa“, concludono i ricercatori, auspicando un’ulteriore riduzione delle confezioni e un eventuale abbassamento del contenuto di compresse di paracetamolo. Questo, infatti, potrebbe ridurre ulteriormente il bilancio delle vittime.
Roberta Ragni