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La pillola anticoncezionale maschile agisce sulla genetica

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Sono anni che si parla del “pillolo maschile“, della possibilità cioè di delegare all’uomo la contraccezione, cosa che finora era un esclusivo compito della donna che tramite pillole, spirali e altro ha avuto in mano le redini del concepimento.

La sperimentazione però è ancora lunga e si seguono varie piste per cercare il metodo migliore in modo da non stravolgere l’organismo dell’uomo o inibirne per sempre la capacità riproduttiva. Finora si è provato ad agire a livello ormonale, e nello specifico sul testosterone ma negli ultimi mesi invece si sta provando ad agire su base genetica.

I ricercatori guidati da Lee Smith dell’Università di Edimburgo stanno provando ad inibire un gene fondamentale nelle ultime fasi della maturazione degli spermatozoi, definito Katnal1. Nelle sperimentazioni si è verificata la loro effettiva sterilità senza avere ulteriori danni per il loro organismo. Infatti i tentativi precedenti impedivano la produzione di testosterone, ormone che serve anche ad altre funzioni del nostro corpo, oltre che a quelle sessuali.

L’attenzione del team scozzese si è concentrata sul funzionamento del gene Katnal1 riportando per ora significativi successi senza inconvenienti. Questa notizia quindi fa sperare che si sia trovata la strada giusta da seguire per dare definitivamente l’avvio alla contraccezione maschile grazie ad una pillola che possa gestire l’attività del gene o della proteina coinvolta ottenendo quindi la sterilità momentanea. Quindi è davvero concreta la possibilità di realizzare un anticoncezionale maschile che potrebbe liberare la donna da un’ulteriore responsabilità, cioè quella della gestione della gravidanza nella coppia.

In realtà, contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, la percentuale delle coppie che utilizza la pillola come metodo anticoncezionale è davvero bassa a causa di alcuni scompensi che apporta al fisico delle donne e per una certa ritrosia verso l’utilizzo di farmaci quando non è strettamente necessario. I dati ci informano che la media mondiale di coppie che utilizzano la pillola è dell’8,8%, però se si prende in considerazione soltanto l’Europa la percentuale sale al 21,4%. E in Italia come sono i dati? Ovviamente il nostro paese è agli ultimi posti nel continente con il 16,2% di coppie che utilizza la pillola.

Lo scetticismo su questa modalità anticoncezionale continuerà anche quando si estenderà il suo utilizzo agli uomini oppure le donne spingeranno i propri partner a prendere quotidianamente la pillolina per evitare le gravidanze? Staremo a vedere, intanto aspettiamo la messa a punto del farmaco e poi valuteremo come reagiranno i consumatori a questo nuovo prodotto.

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Lazzaro Langellotti

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