Dalla farmacia al web il passo è breve e basta navigare qualche minuto per rendersene conto.
Non più quindi solo maglioni, scarpe o borse di marca con sconti da capogiro, ma anche i medicinali sono sempre più oggetto di vendita o di scambio in rete. Dagli steroidi per gonfiare i muscoli al viagra, necessario per ridare vigore al sesso, fino ad arrivare ai farmaci usati per stimolare la fertilità femminile.
Sembra essere questa, infatti, l’ultima conquista del web, un fenomeno che coinvolge migliaia di donne, in prevalenza aspiranti madri, che cercano di risparmiare sui farmaci, una parsimonia quasi dovuta visto il costo elevato dei trattamenti. Ma si sa: non sempre al risparmio corrisponde qualità.
Le autorità di controllo fanno così scattare l’allarme, non solo per l’illegalità del fenomeno ma soprattutto per la sua rischiosità. I farmaci per la Pma, la procreazione medicalmente assistita, infatti, spesso richiedono particolari modalità di conservazione e chi li acquista on line non ha nessuna garanzia sulla qualità del prodotto e tantomeno sull’affidabilità del venditore. Ci si deve solo che fidare.
E, quando una famiglia, per poter avere un figlio, si trova a dover spendere tra i 400 e i 600 euro a confezione, le precauzioni lasciano il tempo che trovano. Vale la pena rischiare.
In Italia poi la situazione è più critica in confronto ad altri Paesi europei, come ad esempio in Spagna. Rispetto alle donne spagnole che cercano una gravidanza sfidando limiti fisiologici e ritardi dell’orologio biologico, le italiane in più hanno a che fare con i paletti imposti dalla legge 40 e dunque cercano risposte al loro desiderio altrove, in quei Paesi dove le leggi sono più permissive. Ma chi va all’estero sa anche che è quasi impossibile ottenere i farmaci a carico del servizio sanitario nazionale.
E così si approda al web, a siti come Madreprovetta.org, che pullulano di annunci di donne che cercano o, concluso il proprio ciclo terapeutico, offrono in dono (quasi mai in vendita) i medicinali.
È azzardato parlare di mercato nero, perché si tratta piuttosto di vere e proprie catene di solidarietà, gruppi di “mutuo aiuto”, dove supportarsi e chiedere consigli, dove regalare questi farmaci troppo costosi e, perché no, cedere un appuntamento atteso da mesi. Ma ci si muove in un ambito al limite della legalità!
Si sa, l’Italia è il paese del paradosso: avere un figlio quando madre natura ha deciso di non donartelo tradizionalmente è un desiderio troppo ambizioso per essere appoggiato!
Fabrizio Giona