Analisi delle urine per diagnosticare il tumore alla vescica.
Accade alle Molinette di Torino, dove un gruppo di ricercatori guidati da Dario Fontana e Paolo Destefanis, in collaborazione con Francesco Turrini e Giuliana Giribaldi del dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica, hanno scoperto che nelle urine di chi è affetto da questo tipo di tumore ci sono fosfoproteine espresse dal carcinoma stesso.
In base agli esiti sinora ottenuti dai test su circa 150 pazienti, la presenza di fosfoproteine nell’urina si è dimostrata capace di discriminare i pazienti con tumore alla vescica dai soggetti sani, con una sensibilità (96%) e una specificità (100%) elevatissime.
Dunque, la ricerca di queste fosfoproteine nelle urine potrebbe rappresentare un esame diagnostico affidabile e, soprattutto, non invasivo, a differenza della cistoscopia, l’esame finora più sicuro per la diagnosi, che deve essere spesso ripetuto e nella maggior parte dei casi anche per tutta la vita.
Si tratta comunque di risultati che andranno confermati. Per questo motivo si sta avviando un protocollo di sperimentazione, coordinato dal professor Fontana e dal professor Turrini, che coinvolgerà altri centri di Urologia in Italia e in Europa, per standardizzare il test e darne una valutazione definitiva per la possibile applicazione nella pratica clinica.
L’incidenza del cancro alla vescica è 3 tre volte più frequente nell’uomo rispetto alla donna ed è in aumento nei Paesi industrializzati. Quanto alle cause, circa un quinto dei casi di carcinoma della vescica è dovuto all’esposizione a sostanze cancerogene, come le amine aromatiche, ma anche il fumo di sigaretta ha le sue colpe: coloro che fumano molto hanno un rischio fino a 6 volte superiore rispetto ai non fumatori. Anzi, uno studio di un paio di anni fa, accusava addirittura le sigarette light.
Il risultato dello studio italiano sarà pubblicato su The Journal of Urology.
Germana Carillo