Secondo uno studio promosso dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) e finanziato dalla Regione Lombardia, la progranulina è una proteina comune sia al tumore al seno che alla demenza frontotemporale (causata dal collasso delle cellule nervose nella regione frontale e temporale del cervello).
L’indagine, durata tre anni, ha coinvolto 400 pazienti (200 con il tumore del seno, 200 con demenza) e, se da un lato ha confermato una relazione diretta tra progranulina e demenza frontotemporale, in cui le alterazioni della proteina si associano a mutazioni genetiche provocando la malattia, dall’altro giunge a una esclusione, anche se parziale, per quanto riguarda il carcinoma mammario.
Parziale perché lo studio che ha misurato la proteina nel siero a livello periferico non ha rilevato alterazioni significative nel carcinoma mammario, fatta eccezione per alcune lievi riduzioni, senza implicazioni sulla malattia.
Quello che è certo, purtroppo, è che i risultati hanno confermato come questa condizione di demenza sia particolarmente diffusa in Lombardia, Regione nella quale numerose famiglie avrebbero ereditato nei secoli lo stesso difetto genetico “in progranulina”: circa il 20% di tutte le demenze.
“Lo studio – spiega Giuliano Binetti, Responsabile del Laboratorio di Neurobiologia-Centro per la Memoria dell’IRCCS di Brescia – era partito con l’intenzione di trovare le interazioni e i collegamenti comuni tra demenza e tumore del seno, pensando fossero provocati dalla progranulina, ed invece ci ha consentito di escludere il suo ruolo nella patologia mammaria e di determinarne, da un lato, l’importanza per la sopravvivenza dei neuroni, e dall’altro di verificare l’impatto che le mutazioni del suo gene hanno nei disturbi neurodegenerativi“. Questo, oltre a chiarire la causa di un tipo di demenza, quella frontotemporale, ha aperto orizzonti del tutto nuovi ed inaspettati nella ricerca sui processi degenerativi del Sistema Nervoso Centrale.
“La progranulina – secondo Gianluigi Forloni, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – è uno degli esempi più recenti di proteina legata ai meccanismi, già noti, dell’infiammazione, con un potenziale ruolo in malattie tumorali e neurodegenerative. In alcuni casi le similitudini sono sorprendenti, a differenza di altri in cui i meccanismi proposti sono divergenti, ma il ruolo a doppia valenza che svolge il sistema immunitario e la sua attivazione, vale a dire protettivo o dannoso a seconda dei tempi e delle condizioni, sembra essere comune ad entrambi gli ambiti patologici“.
Ora la ricerca valuterà se i livelli di progranulina oltre ad essere strumento diagnostico, siano da considerarsi anche efficaci per l’identificazione di terapie future per la regolazione del livello della proteina.