Ormai è entrato nell’elenco delle frasi fatte dire che “i giovani di oggi sono molto diversi da quelli del passato” proprio per sottolineare la grande differenza di libertà, possibilità, usi e costumi delle diverse generazioni a confronto. E una delle grandi differenze è nell’uso del tempo libero.
I ragazzini di oggi, a differenza dei genitori, nonni e bisnonni, sono nati e cresciuti a pane e tecnologia: televisione, videogames, computer, internet, smartphone sono estensioni delle braccia e della testa di queste nuove generazioni, incapaci di gustare una passeggiata o un pomeriggio al parco con gli amici. La conseguenza di questo cambiamento? L’aumento di ragazzi obesi.
Questo è ciò che è emerso da una ricerca della World Health Organization che, analizzando 72.845 ragazzi tra i 13 e i 15 anni, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2007, ha evidenziato che il principale motivo dell’obesità giovanile è legata all’abuso di videogiochi che portano quindi ad una vita sedentaria. E non ci sono differenze di ricchezza e ceto sociali, come dire, l’obesità si diffonde in modo molto democratico e paritario. Mentre una lieve differenza c’è se guardiamo i dati differenziando per sesso: il 25% dei maschi e il 30% delle femmine sono stati definiti sedentari.
I dati ci informano anche del fatto che i giovani analizzati passano in media circa tre ore al giorno davanti allo schermo o per giocare o per guardare la televisione e tutto a discapito dell’attività fisica che latita nella vita di questi ragazzi. Gli esperti della World Health Organization consigliano di praticare almeno un’ora di esercizio fisico ogni giorno e per cinque giorni a settimana per cercare di controbilanciare gli effetti della vita sedentaria e dell’alimentazione non sempre corretta sulla nostra linea.
È inutile ora dare la colpa soltanto ai giovani, se sono così legati ai videogames e preferiscono stare da soli in casa a giocare piuttosto che uscire con gli amici, forse dobbiamo porci degli interrogativi più seri e profondi sull’organizzazione della vita familiare e della società in generale.
Lazzaro Langellotti