Siamo infuriati perché oggi la giornata è cominciata male? Il nostro capo non ci dà tregua? Non reprimiamo la rabbia, sarà il nostro cuore a farne le spese. In base a quanto asserisce uno studio pubblicato sulla rivista “American Journal of Cardiology” , chi non sfoga la rabbia vede triplicarsi il rischio di avere un infarto o morire entro 5 o al massimo 10 anni.
La ricerca, condotta presso l’Università di Tilburg dallo studioso Johan Denollet, ha preso in esame un gruppo di 644 persone già affette da problemi cardiaci, tenendole sotto controllo per circa 6 anno. Durante il periodo di osservazione, il 20% di essi ha avuto un attacco cardiaco grave e in alcuni casi letale e il 27% aveva una personalità di “tipo D“, cioè tendeva a reprimere sempre le emozioni negative come la depressione, l’ansia e la rabbia.
Confrontando i dati, gli studiosi hanno notato come i pazienti che gestivano la rabbia reprimendola erano le principali vittime di attacchi cardiaci.
Ma ciò non significa che occorre arrabbiarsi per salvaguardare il cuore, perché si rischierebbe di finire all’altro eccesso, dove la troppa rabbia può alterare il ritmo cardiaco e provocare danni non meno seri. Meglio chiedere aiuto ad un esperto, ad un terapeuta che può insegnare a chi soffre di problemi cardiaci, come gestire gli attacchi di rabbia.
Sfogarsi sì, ma senza esagerare.