La crisi che sta attraversando il nostro paese ha ripercussioni sempre più grandi anche nel campo della salute. C’è da considerare poi che, a fronte di meno disponibilità economiche delle famiglie, c’è stato anche un aumento dei ticket da pagare per sottoporsi ad esami e visite specialistiche.
Risultato? La richiesta di questo genere di prestazioni è crollata del 17%, questo almeno è cio’ che risulta dai dati raccolti nel primo semestre 2012 dal servizio sanitario nazionale rispetto al semestre precedente. Ma il quadro tenderà a peggiorare dato che dall’1 gennaio 2014 è previsto l’arrivo di nuovi ticket che comporteranno alle famiglie una spesa media di 350 euro a persona, per molti insostenibile.
A questo proposito il presidente dell’Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, Giovanni Bissoni, ha voluto sottolineare che i ticket sanitari andranno a pesare sulle famiglie più dell’Imu e dell’Iva di cui si parla invece con molta più frequenza. E gli effetti potranno essere ancora una volta una drastica diminuzione nel ricorso alle cure, con tutte le gravi conseguenze che ciò comporta.
Gli italiani hanno ridotto al minimo le visite specialiste e «si è rinunciato per ragioni economiche, o di prestazioni acquistate direttamente dal privato, che le offre a prezzi concorrenziali, ponendo anche problemi in termini di qualità e sicurezza» ha dichiarato Bissoni.
Tra l’altro, ha sottolineato Bissoni, il cosiddetto superticket, ovvero quel ticket aggiuntivo sulle visite specialistiche che si paga già da metà 2011 non ha affatto ottenuto l’incremento degli incassi che si prevedeva. Succederà lo stesso con i nuovi ticket nel 2014?
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