Liste d’attesa lunghissime per i malati di tumore, aumento dei tempi di attesa per gli esami diagnostici, le visite e gli interventi chirurgici. È l’allarme lanciato da Cittadinanzattiva, che ieri al Senato ha presentato il Rapporto PIT Salute 2010 “Diritti: non solo sulla carta“.
Il rapporto, presentato in occasione dell’evento conclusivo del trentennale del Tribunale per i diritti del malato ha preso in esame le segnalazioni ricevute dal servizio di consulenza, informazione e tutela PIT Salute dal 1996 al 2009.
In questi 14 anni, sono state raccolta circa 228 mila segnalazioni in tema di sanità, per une media di 16 mila all’anno. Il Rapporto 2010 ne ha analizzate 66.712 sotto il profilo di 5 diritti: diritto alla sicurezza (al primo posto nei 14 anni con il 28% delle segnalazioni, in diminuzione nel 2009 con il 24%), diritto all’informazione (25% nel periodo 1996-2009, 22% nel 2009), diritto all’accesso (20% nel periodo 1996-2009, 21% nell’ultimo anno) diritto al tempo (10% nel trend 1996-2009, in crescita nel 2009 che fa registrare il 15%) e diritto all’umanizzazione (8% nel periodo 1996-2009, 9% nell’ultimo anno).
In particolare, la maglia nera delle segnalazioni va ai presunti errori che nel 2009 sono stati il 74% delle segnalazioni, così suddivisi: terapeutici (49,5% nel 2009, +1,4% sul 2008 e +2,5% sulla media 1996-2009) e diagnostici (24,5% nel 2009, +5% rispetto al 2008 e +1,5% rispetto alla media storica).
La maggior parte delle segnalazioni sulla malasanità, inoltre, riguarda i settori di oncologia ed ortopedia. Lo scorso anno, le tre peggiori aree in cui sono state lamentate terapie errate sono state l’ortopedia (24,3%, +3,8% rispetto al 2008 e +2,5% sulla media dei 14 anni), l’oncologia (10,7% nel 2009, +2,9% rispetto all’anno precedente e 2,6% sul trend storico) e l’odontoiatria (9% nell’ultimo anno). Per quanto riguarda gli errori di diagnosi, nel corso del 2009, le denunce hanno riguardato soprattutto l’oncologia (38,6%, +5,8% rispetto al 2008, + 13,8% sulla media dei 14 anni).
Infine, l’accesso alle cure richiede tempi molto lunghi, sia per gli esami diagnostici che per gli interventi chirurgici. Le segnalazioni riguardano le liste di attesa (47,4% nel 2009, + 9,3% rispetto al 2008 e + 4,8% rispetto alla media 1996/2009), che interessano in egual misura l’area diagnostica (36,9%), la specialistica (31,8%), che quella degli interventi chirurgici (31,3%).
L’ecografia, in particolare quella all’addome, è l’esame diagnostico per il quale si attende di più, anche fino a 340 giorni. Nel 2009, ha costituito il 27,3% delle segnalazioni sui lunghi tempi di attesa in diagnostica (con un incremento del 3,9% sia rispetto al 2008 che alla media dei 14 anni).
Francesca Moccia, coordinatrice nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, ha commentato i risultati del rapporto: “Nonostante leggi, linee guida, raccomandazioni e tanti altri strumenti per migliorare la nostra sanità, ci spiace constatare che spesso la gran parte di essi resta sulla carta. Succede per gli errori medici, le infezioni ospedaliere, le liste di attesa, ma anche per diritti basilari come quello di avere accesso alla propria documentazione clinica o di essere rispettati nella propria dignità“.
Un quadro piuttoso negativo quello tracciato da Cittadinanzattiva, ma non tutto è perduto: “Non diciamo che la nostra sanità sia peggiorata, ma ci piacerebbe poter presto affermare che al primo posto ci sono davvero i cittadini e i loro diritti. È quello per cui ci battiamo da 30 anni e sul quale non intendiamo abbassare la guardia. Per questo proponitaamo di adottare la Carta europea dei diritti del malato in leggi nazionali e regionali dando seguito all’impegno assunto dal Governo italiano il 14 maggio 2009 con la Mozione n.75 firmata da tutti i gruppi parlamentari e votata in Assemblea dal Senato della Repubblica“.
Francesca Mancuso