Di recente il dibattito sulle possibili cure per la sclerosi multipla si era riaperto, relativamente al metodo Zamboni ed all’impiego di cellule staminali per il trattamento della malattia. Ora l’attenzione degli esperti si rivolge ad un anticorpo naturale individuato da parte dei ricercatori dell’Università di Siena. Esso presenta proprietà immunosoppressive e potrebbe giocare un ruolo importante nel mantenimento della stabilità della malattia.
L’anticorpo è stato individuato nell’organismo di pazienti affetti da sclerosi multipla da lungo tempo e che si trovavano in una fase stabile della malattia. L’ateneo senese ha reso noto come tale anticorpo naturale abbia presentato potenti proprietà immunosoppressive e potrebbe dunque avere un ruolo nel mantenimento della stabilità della malattia. Potrebbe inoltre essere considerato come un importante fattore da prendere in considerazione per comprendere l’evoluzione della stessa malattia nei pazienti.
I risultati della scoperta saranno presto pubblicati tra le pagine della rivista scientifica Journal of Neuroimmunology. La ricerca relativa all’anticorpo naturale scoperto è stata coordinata da parte di Pasquale Annunziata, neurologo e neuro immunologo clinico, presso il dipartimento di Medicina, chirurgia e neuroscienze dell’ateneo senese.
Quale azione svolge l’anticorpo? Gli esperti dell’Università di Siena hanno reso noto come esso sia in grado di legarsi ad alcune cellule del sistema immunitario. Nel corso di test eseguiti in vitro, l’anticorpo ha mostrato una potente attività immunosoppressive. Secondo Pasquale Annunziata, tale anticorpo potrebbe essere sviluppato in forma chimica in vista di una terapia idonea. Non soltanto per quanto riguarda la sclerosi multipla, ma anche per quanto concerne altre malattie autoimmuni. Potrebbe essere inoltre testato per quanto riguarda il rigetto nei trapianti, al fine di evitarlo.