Sono le donne, più degli uomini, ad essere colpite dalla sclerosi multipla.
Si tratta di un’inversione di tendenza verificatasi negli ultimi anni, secondo quanto dichiara il dottor Enrico Granieri, direttore del Centro Servizio e Ricerca sulla Sclerosi Multipla dell’Università di Ferrara “Il rapporto di incidenza della sclerosi multipla tra femmine e maschi si è modificato, a scapito delle donne, passando in pochi anni da 2 a 1 a quasi 3 a 1 e la causa principale è da ricercare nei fattori ambientali, più che genetici”.
L’incidenza preponderante dei fattori ambientali è ribadita con forza anche dalla dottoressa Maria Marrosu, responsabile del Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale Binaghi di Cagliari, secondo la quale il fattore genetico “conta meno del 20%”. Una ricerca pubblicata sulla rivista Neurology riferisce della scoperta di una variante allelica che potrebbe spiegare la predisposizione genetica delle donne alla manifestazione della malattia. Sulla base di quanto evidenziato in tre ricerche epidemiologiche il dottor Granieri afferma che “in Italia si verificano 4-5 casi ogni 100mila abitanti e il rapporto femmine-maschi è arrivato a 2,8 a 1. Sappiamo che tutte le malattie autoimmuni, oltre alla sclerosi multipla, anche il lupus eritematoso e l’artrite reumatoide tendono a essere più frequenti nelle donne e sappiamo che gli individui colpiti hanno una predisposizione genetica che però non è legata solo a un gene ma riscontrabile su più cromosomi”.
Restano tuttavia da individuare ancora quali siano i fattori ambientali responsabili, ma, come chiarisce Granieri, ci si sta orientando verso tre possibili filoni “il virus di Epstein-Barr (EBV) che causa la mononucleosi, il fumo e l’azione della vitamina D derivante dall’esposizione al sole“.
Francesca Di Giorgio