Sigarette elettroniche: secondo un parere dell’Istituto superiore di sanità consegnato al ministro della Salute, Renato Balduzzi, sarebbero medicine a tutti gli effetti.
A diverse concentrazioni di nicotina (ma ci sono anche a base di glicerina, aromi e acqua), le sigarette elettroniche – secondo l’Iss – avrebbero il solo vantaggio di ridurre il fumo passivo, dal momento che emettono vapore e non funzionano con la combustione. Per il resto, “potrebbero rappresentare un rischio di iniziazione al fumo convenzionale a base di tabacco e di potenziale dipendenza. Rischio notevole soprattutto per i giovani considerando la facilità di reperimento su Internet”.
Nelle venti pagine indirizzate al ministero della Salute si suggerisce che non esistendo “evidenza scientifica sufficiente a stabilire la sicurezza e l’efficacia come metodo per la dissuefazione, andrebbero regolamentate come dispositivi medici o prodotti farmaceutici e non come prodotti del tabacco“. In Francia, per esempio, le e-cig sono autorizzate solo a scopo terapeutico, il Regno Unito le sta regolamentando, mentre presto negli Usa verranno sottoposte alle stesse prove di valutazione dei farmaci. Non solo, Australia, Canada, Norvegia le vietano del tutto.
Il perché di tutto questo? “Le ricariche con nicotina – si legge nella nota dell’Istituto superiore di sanità – presentano potenziali livelli di esposizione per i quali non è possibile escludere il rischio di effetti dannosi per la salute umana in particolare per i giovani. Si ritiene opportuno che gli effetti dannosi per la salute siano comunicati al consumatore con apposite avvertenze sulla confezione“.
La lotta contro le sigarette elettroniche appena cominciata è soprattutto a difesa dei minorenni che, nonostante il divieto per gli under 16 stabilito in un’ordinanza firmata dal ministro il 28 settembre e che ha validità di sei mesi, possono tranquillamente aggirare l’ostacolo e comprarle online.
Intanto, le sigarette elettroniche hanno già conquistato due milioni di clienti e altrettanti sono quelli che in un sondaggio Doxa hanno dichiarato di volerle provare. I negozi specializzati si stanno aprendo a gran velocità e nel 2012 il comparto ha fatturato circa 100 milioni e ha dato lavoro a circa 1.500 persone.