Negli Stati Uniti ne soffre circa mezzo milione di persone, ma non se ne conoscono cause né cure: è la sindrome da stanchezza cronica (CFS), detta anche encefalomielite mialgica, di cui il 12 maggio si celebra la Giornata Mondiale.
La data è stata scelta per ricordare la nascita di Florence Nightingale, l’infermiera inglese che ha incoraggiato la fondazione della Croce Rossa Internazionale e che pare abbia vissuto gli ultimi anni della sua vita colpita da una sindrome molto simile.
Ma di cosa si tratta esattamente? La sindrome da stanchezza cronica è riconosciuta nei casi in cui si soffra di spossatezza e fatica che non vengono alleviate dal riposo, coinvolge muscoli e attività mentali e costringe a stare a letto per mancanza di forze. Per parlare di CFS, inoltre, devono essere presenti almeno quattro di questi sintomi e per almeno sei mesi: disturbi della memoria e della concentrazione così consistenti da ridurre in maniera sostanziale le attività occupazionali e personali; faringite; dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni, ma senza infiammazione o rigonfiamento; cefalea; sonno non ristoratore; debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore. Ovviamente nessuno di questi sintomi deve essere riconducibile ad una patologia ben definita, come ipotiroidismo, epatite, tumori o disturbi dell’alimentazione.
Purtroppo ad oggi non esistono certezze sulla malattia: le cause rimangono sconosciute, anche se si inizia a pensare che vi siano correlazioni con difetti del sistema immunitario, nervoso o endocrino. Altrettanto sconosciute sono le cure: possono infatti essere trattati solo i sintomi collaterali, come la depressione o i problemi di alimentazione, ma non la patologia in sé, che nella maggior parte dei casi costringe ad abbandonare lavoro e relazioni sociali.
A soffrirne sono solitamente giovani e donne con una età media di 30 anni, mentre sono rari i casi riscontrati nelle persone oltre i 65 anni. Secondo Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto Nazionale Tumori di Aviano (il primo centro che ha riportato la presenza di un numero consistente di casi riconducibili alla patologia) dichiara: “In base ai diversi studi condotti negli Stati Uniti, sia a San Francisco che a Seattle ed in diverse citta’ americane si stima che negli Stati Uniti vi siano circa mezzo milione di persone che hanno una patologia simile alla Sindrome da Stanchezza Cronica, pertanto si puo’ calcolare che in Italia vi siano circa 200-300.000 casi di CFS“.
Eleonora Cresci