Lo sviluppo della Sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una delle più terribili malattie neurodegenerative, sarebbe da collegarsi a dei traumi.
È quanto emerge da una ricerca condotta all’Istituto Mario Negri di Milano. Secondo lo studio, i traumi rappresenterebbero il fattori di rischio per questa malattia che ogni anno, solo in Italia, colpisce circa 3 persone ogni 100 mila e interesse ad oggi più di 4 mila malati.
“Abbiamo scoperto – spiega Ettore Beghi del laboratorio Malattie Neurologiche del Dipartimento Neuroscienze del Mario Negri – che l’aver subito tre o più traumi di una certa importanza triplica il rischio dell’insorgere della malattia”.
Constatato che l’evento traumatico può scatenare la SLA, i ricercatori hanno voluto appurare anche se è il numero di traumi subiti risultasse fattore di rischio.
Puntualizzano così gli studiosi:
“I risultati ottenuti mostrano un andamento lineare: all’aumentare del numero di traumi aumenta anche il rischio di malattia. Il medesimo risultato è stato ottenuto limitando l’analisi ai traumi avvenuti 5 anni prima l’esordio della patologia, escludendo così eventi forse occorsi in epoche successive all’inizio dei sintomi”.
Le analisi hanno poi consentito di verificare che il rischio era maggiore nei pazienti maschi e in coloro in cui la malattia era esordita agli arti (esordio spinale).
“Si può dunque concludere – spiega Beghi – che l’evento ‘trauma’ sia un fattore di rischio per la SLA. Non sembra invece esserci alcuna correlazione tra il sito di insorgenza della malattia e la sede dei traumi. Effettuando analisi per sottogruppi, alcune variabili da noi considerate solo come confonditori hanno assunto un ruolo ‘interessante’. Il caffè, ad esempio, è risultato quale fattore protettivo in tutte le analisi”.