Basta con le lunghe file dal medico o negli ambulatori ospedalieri. Addio a sfigmomanometro e stetoscopio. Da oggi ci si può accertare del proprio stato di salute semplicemente guardandosi allo specchio.
È la nuova frontiera della tecnologia made in USA, uno specchio che rileva a distanza i principali parametri vitali, dal ritmo cardiaco alla concentrazione di ossigeno nel sangue. Una nuova metodica, sviluppata dal Massachusetts Institute of Technology (Mit) di Boston, che sarebbe in grado di percepire l’onda di flusso del sangue pompato dal cuore nel circolo sanguigno, valutando a distanza la luce riflessa dalla pelle del viso.
La sperimentazione è stata effettuata su 12 soggetti, i quali si sono specchiati nello schermo di un pc trasformato in un specchio virtuale tramite una semplice web cam. In tale occasione, la nuova metodica ha retto il confronto con un ossimetro, rivelando quindi la sua efficacia e attendibilità.
Uno strumento innovativo che si potrebbe perfino utilizzare come sostituto dell’elettrocardiogramma, soprattutto per la diagnostica nei bambini irrequieti o negli affetti da Parkinson. Il software della web cam sviluppato dai ricercatori del Mit, infatti, minimizza gli artefatti legati a movimenti involontari della testa o a problemi di rifrazione luminosa, cosicché su 10.800 “diagnosi specchiate” i falsi negativi sono stati solo lo 0,01% e i falsi positivi lo 0,47%.
Ma non è tutt’oro quel che luccica. Come tutte le cose, anche questo nuovo sviluppo tecnologico potrebbe avere i suoi contro. Il costo accessibile della web cam e la possibilità di collegarla ad un normale computer portatile rendono questa apparecchiatura alla portata di tutti, con la possibilità di scatenare fobie latenti in soggetti predisposti.
Nei dismorfofobici, ad esempio, può alimentare la loro sindrome da bruttezza immaginaria: questi soggetti, quindi, continueranno a guardarsi allo specchio alla ricerca di difetti inesistenti.
Anche ipocondriaci, eritrofobici e ansiosi troverebbero conferma alle loro ossessioni e potrebbero diventare dei veri e propri specchio-dipendenti. E in quel caso, poveri dottori: verrebbero assillati giorno e notte alla ricerca di una cura adeguata alla loro presunta patologia!
Fabrizio Giona