TCR gene Editing: ovvero come curare i tumori con il sistema immunitario. In che modo?
Andiamo con ordine: con la “vecchia” tecnica del TCR-gene Transfer si potevano generare in laboratorio dei linfociti T specifici per un tumore, ma meno efficaci. Essi, infatti, sono differenti da quelli naturali perché hanno due tipi diversi di TCR: quello endogeno, presente già prima del trasferimento genico, e quello esogeno anti-tumorale introdotto con la manipolazione genetica. La presenza di questi due TCR diversi sulla stessa cellula comporta dei problemi: il TCR anti-tumorale deve infatti competere con quello endogeno per accedere alla membrana cellulare e poter riconoscere il tumore.
Ecco perché i ricercatori del San Raffaele di Milano hanno messo a punto una tecnologia rivoluzionaria, la TCR-gene editing, con la quale si mira a sostituire il TCR endogeno con il TCR anti-tumorale, originando un alto numero di linfociti che esprimono alti livelli del solo TCR anti-tumorale. In questo modo si producono per ogni paziente linfociti T efficaci e sicuri quanto i linfociti T anti-tumorali naturali.
Tutto ciò è possibile grazie a un editing, appunto, del DNA: gli scienziati scelgono a priori delle sequenze di DNA, mentre delle molecole artificiali, le Zinc Finger Nucleases (ZFN) le riconoscono e provocano dei tagli nella sua doppia elica. Ciò interrompe l’informazione genetica e rende la cellula incapace di produrre la proteina codificata dal gene colpito dalle ZFN. In pratica hanno tagliato via il DNA del Tcr già presente nel linfocita e creato un linfocita da rieditare in cui hanno inserito il DNA dell’«ancora» anti-tumorale e creato un numero elevato di linfociti specifici solo contro il cancro.
La nuova tecnica al momento è diretta solo alla cura delle leucemie. La ricerca è stata pubblicata su Nature Medicine ed è frutto del lavoro di un team di ricercatori multidisciplinare e internazionale guidato da Chiara Bonini responsabile dell’Unità di Ematologia sperimentale del San Raffaele, in collaborazione con Luigi Naldini Direttore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica.