In attesa della Giornata nazionale dei trapianti, in programma domenica prossima, Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, snocciola un po’ di dati.
E non è confortante il quadro che ne emerge: i donatori aumentano, ma sono sempre più anziani e “per questo i trapianti da cadavere alla fine risultano stabili” e, ovvio, “tanto più è anziano il donatore minore è il numero degli organi che si possono prelevare“.
Se, infatti, un giovane, può donare fino a 5 organi, tra i 65 e i 75 anni si possono donare il fegato e, solo in alcuni casi, il rene. Resta così il problema delle donazioni da cadavere, cui porre delle valide strade alternative, affinché “il trapianto non sia più un problema, ma una delle tante opportunità“, come afferma il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, avendo in mente strumenti come gli organi artificiali, le staminali, le terapie rigenerative e il miglioramento delle tecniche di conservazione.
Intanto, arrivano quasi a 10 mila coloro che attendono un trapianto: 6.961 aspettano un trapianto di rene, 1.234 un trapianto di fegato, 723 un cuore, 352 un polmone e 252 il pancreas. Nei primi 4 mesi del 2011, il numero dei donatori è aumentato di 87 unità, di 26 unità, invece, il numero degli organi trapiantati.
Per quanto riguarda le donazioni da viventi, il rene è quello più donato dalle donne: tra il 2001 e il 2010, infatti, su 1.304 il 69% degli organi è arrivato da loro, mentre a riceverli sono più gli uomini. Inoltre, nella donazione di rene da vivente tra coniugi nel 71,4% sono le donne che donano ai mariti, a fronte di un 24,4% di mariti che donano alle mogli. Nel caso di donazione di rene da vivente tra consanguinei nel 51% dei casi le donatrici sono le madri, nel 20% i padri.
In ogni caso, rimane il problema dell’attesa, anche se si evidenzia una sopravvivenza media in lista di attesa molto alta, “segno – spiega Fazio – che il sistema riesce a far sopravvivere i pazienti, anche con gravi insufficienze di organo, per anni“.
L’obiettivo ora è far rientrare in una sola filiera i trapianti e il trattamento delle gravi insufficienze, “che prenda strade alternative come le terapie rigenerative o gli organi artificiali”.
È per questo che con la campagna promossa dal ministero della Salute mira quanto meno a incoraggiare una maggiore consapevolezza sull’importanza di sottoscrivere la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi, tessuti e cellule e far accrescere la conoscenza sui benefici del trapianto.
E, tenete a mente, “Un donatore moltiplica la vita“.
Germana Carillo