Venivano nutriti con rifiuti speciali, cioè con scarti dell’industria alimentare che avrebbero dovuto essere smaltiti negli impianti di biogas, i maiali di un allevatore specializzato nella produzione di prosciutti tutelati dop.
È questo lo sconcertante quadro emerso dall’operazione “Trash food” dei Nas, coordinata dal procuratore della Repubblica di Mantova Antonino Condorelli e partita quando i carabinieri si sono accorti, durante un’ispezione igienico-sanitaria, della grande quantità di rifiuti speciali, animali e vegetali, stoccati in un allevamento di suini.
Maiali che mangiavano scarti di prosciutti, dunque, resti di altri maiali. Perché, evidentemente, conveniva di più farli diventare cannibali che nutrirli secondo le specifiche indicazioni previste dalla certificazione.
Così sono stati sequestrati 750 maiali, 30 mila tonnellate di scarti di lavorazione e ben 2.300 prosciutti Dop, ovvero Parma, San Daniele e Modena, in una quarantina di stabilimenti di stagionatura emiliani e friulani.
Il proprietario dell’allevamento è stato denunciato per frode in commercio e vendita di prodotto non genuini, ma anche per traffico illecito di rifiuti in concorso con il titolare di due aziende alimentari, una nel mantovano e una nel parmense, che vendeva quegli scarti di produzione. Un’ennesima storia di “contraffazione del cibo” italiano e maltrattamento animale, insomma.
La vera beffa è che ora i prodotti sequestrati, nel caso in cui gli accertamenti di natura sanitaria in corso dovessero certificarne l’idoneità per il consumo umano, saranno comunque destinati ad essere venduti, anche se perderanno la “Denominazione di Origine Protetta” e diventeranno prodotti agroalimentari non tutelati. Per ora, il gip di Mantova, su richiesta della Procura e dei Nas, ha emesso il decreto di sequestro preventivo di tutte le cosce ottenute dalla maiali dell’allevamento e macellati negli ultimi 15 mesi.
Roberta Ragni