Presentato al Servizio di Patologia Clinica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma il nuovo esame che consentirà di stabilire e monitorare l’aggressività di un tumore alla prostata e selezionare i pazienti con un tumore clinicamente significativo.
Si tratterà di un semplice esame del sangue, un test, che prende il nome di “2pro PSA e phi“, più accurato e più specifico dei due test già in uso, il PSA totale e il PSA libero.
“Il PSA totale – spiega Laura Conti, che dirige il centro – è caratterizzato da una ridotta specificità per l’identificazione precoce del tumore prostatico”.
Da qui la necessità di affiancare al PSA totale e al PSA libero il nuovo marcatore «[-2]pro PSA» e l’algoritmo «phi» per una diagnosi più specifica.
“Il ‘phi’ non sostituisce il test del PSA – dice Conti – bensì migliora la specificità clinica di rilevamento del carcinoma prostatico rispetto ai test attualmente in uso (PSA totale e percentuale di PSA libero) identificando con maggiore accuratezza il paziente candidato a una biopsia prostatica”.
Il tumore della prostata è oggi il tipo di cancro più frequente tra gli uomini. Si stima che per il 2012 si registreranno 36mila nuovi casi, nel 2020 più di 43mila e nel 2030 oltre 50mila.