Gli ultimi decenni sono caratterizzati da una corsa frenetica verso il traguardo della bellezza fisica. In questa venerazione per l’aspetto esteriore non si tirano indietro gli uomini che stanno diventando dei veri e propri finanziatori dell’industria della bellezza per i tanti prodotti, servizi, cure che utilizzano per raggiungere lo scopo.
Uno dei biglietti da visita migliori è sicuramente l’avere un fisico scolpito. Per ottenerlo spesso si ricorre, oltre a lunghe sessioni in palestra, anche all’aiutino di sostanze anabolizzanti che favoriscono la crescita immediata e vistosa dei muscoli. E l’utilizzo di questi prodotti non è diffuso solo tra i body builder professionisti (come se fosse una professione quella di avere i muscoli pompatissimi!) ma anche tra i comuni frequentatori di palestre che per velocizzare i tempi e per ridurre la fatica cedono alle lusinghe di “pozioni magiche di bellezza”.
Ma c’è un rovescio della medaglia. Si è scoperto che l’assunzione di questi potenziatori muscolari aumenta la possibilità per l’uomo di sviluppare noduli non-cancerosi al petto.
La ginecomastia (crescita anomala del seno nell’uomo) non è pericolosa ma tendenzialmente si riscontra nei maschi adolescenti o nelle persone che assumono determinati tipi di farmaci (gastroprotettori o ormoni anticancro). Se invece questa patologia si verifica in adulti sani il consiglio è quello di correre dal dottore perché potrebbe essere il segnale di un tumore ai testicoli o al seno.
Recentemente è enormemente aumentato il numero degl’uomini con noduli al petto: da circa un caso a settimana a quasi uno al giorno.
Il chirurgo Nader Khonji del Singleton Hospital in Gran Bretagna dice:
«Credo che ciò sia dovuto alla crescente attenzione che gli uomini dedicano al proprio aspetto fisico. Si allenano a volte in maniera estenuante e assumono sostanze anabolizzanti. Soprattutto gli sportivi più “accaniti” e gli appassionati di body building lo fanno per accrescere la massa muscolare».
«Il carcinoma mammario maschile è una malattia rara e poco conosciuta – spiega Stefano Zurrida, condirettore della Divisione di Senologia all’Istituto Europeo di oncologia di Milano – che viene trattata allo stesso modo di quella femminile. E che, se diagnosticata per tempo, offre ottime prospettive di guarigione».
Uno dei problemi è che, essendo una malattia poco diffusa è anche difficile individuarla. In Italia i casi di tumore alla mammella nei maschi rappresentano solo l’1% circa sul totale e sono circa tremila le nuove diagnosi ogni anno.
«Come per le donne, l’auto-palpazione è fondamentale – consiglia Zurrida –. E se ci sono dei noduli sospetti, se si notano protuberanze anomale o la presenza di ginecomastia in un soggetto adulto è bene rivolgersi subito a uno specialista, per una mammografia, con eventuale biopsia ed esame istologico nei casi dubbi. Solo se il tumore viene scoperto in fase precoce, infatti, è possibile asportarlo con un intervento chirurgico conservativo che risparmi il capezzolo e l’areola, salvaguardando almeno in parte l’estetica».
In Italia non esiste un registro nazionale dei casi di ginecomastia, quindi, per ora, è impossibile avere dati sull’evoluzione di questa malattia.
La cosa certa è che l’incremento dei fattori di rischio, come l’assunzione di estrogeni, steroidi anabolizzanti, favorisce lo sviluppo di neoplasie mammarie. Inoltre aumenta il rischio di infertilità, mette a rischio il fegato che ha il compito di metabolizzarli e ha effetti indesiderati sull’apparato cardio-vascolare.
Ecco, i motivi per smettere di assumere queste sostanze dannose sono tantissimi, facciamo nostro il motto “Meno muscoli finti, più salute!”.