Arriva dalla ricerca australiana, e più precisamente dalla Scuola di Pediatria e Salute Infantile dell’University of Western Australia, un nuovo vaccino sperimentale contro un ceppo del sierogruppo B del meningococco, che causa i peggiori casi di meningiti batteriche in molte regioni dell’Europa e del Nord America.
La meningite è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale, le cosiddette meningi e si tratta di una malattia generalmente di origine infettiva, che può essere virale, batterica o causata da funghi. La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella più comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica è più rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.
Ma ora, la sperimentazione, condotta su 539 adolescenti di Australia, Polonia e Spagna, ha dimostrato che i ragazzi sviluppavano una reazione immunitaria senza seri effetti collaterali, generando così anticorpi attivi contro il 90% delle forme di meningite B. Gli scienziati hanno somministrato ai soggetti del trial tre dosi di vaccino per sei mesi, controllando poi il sistema immunitario dei soggetti e riscontrando un alto livello di protezione contro i batteri della meningite.
“I nostri dati suggeriscono che questo vaccino e’ promettente come ampiamente protettivo del sierogruppo meningococcico B – dice il professor Peter Richmond, che ha guidato il progetto – e i risultati mostrano che tre dosi producono una risposta immunitaria, indicante protezione, fra l’80 e il 100% degli adolescenti. L’effetto collaterale più comune è dolore da leggero a moderato sul punto dell’iniezione”.
La ricerca, pubblicata sul Lancet Infectious Diseases, ha mostrato così che il nuovo vaccino è sicuro per gli adolescenti, anche se occorreranno ulteriori studi per valutare la sua tollerabilità e immunogenicità. Gli studiosi si sono comunque detti fiduciosi, anche se la sfida per lo sviluppo di un vaccino che contrasti diversi ceppi di meningococco di sierogruppo B è ancora aperta: le proteine che risiedono sulla superficie di questo batterio, infatti, possono variare anche considerevolmente, rendendo quindi difficile la realizzazione di un vaccino universale.