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E i pesci rossi sterminano le zanzare tigre

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Con la puntualità di un orologio svizzero arriva, come ogni estate nelle nostre case, la temibile e famelica zanzara tigre. Anche se va detto che, in alcune zone del centro Italia, la presenza del vampiro volante è ormai costante quasi tutto l’anno.

Secondo i dati raccolti dalla Vape Foundation, la popolazione dell’insetto è aumentata in alcune regioni italiane e nel Friuli Venezia-Giulia ha raggiunto addirittura un incremento del 22% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

La causa è sicuramente da ricercare nel clima: elevate temperature, unitamente ad un’alta percentuale d’umidità e alle piogge intense, che creano ristagni d’acqua, sono fattori che facilitano notevolmente lo sviluppo e la diffusione dell’insetto.

La zanzara tigre appartiene all’ordine dei ditteri, genere Aedes, specie Albopictus ed è originaria del Sud-Est Asiatico. Ha fatto la sua comparsa in Italia intorno ai primi anni ‘90 attraverso carichi di copertoni usati e da quei lontani giorni ha colonizzato i nostri ambienti tanto che possiamo ormai considerarla “italianizzata”.

Il suo aspetto è facilmente riconoscibile da quello della zanzara comune per la sua livrea “tigrata”: il corpo dell’insetto, completamente nero, presenta delle striature a bande bianche su capo, torace, addome e zampe. La sua rapida ascesa è sicuramente dovuta a due particolari caratteristiche: le uova sono molto resistenti, anche a lunghi periodi di siccità, e le larve sono in grado di svilupparsi in pochissima acqua.

Inoltre il ciclo vitale di questa zanzara è molto rapido e si compone di 4 stadi: uovo, larva, pupa e adulto. Le uova, lunghe circa mezzo millimetro e di colore nero, vengono deposte, in un numero compreso tra le 40 e le 80, subito sotto il pelo dell’acqua e schiudono dando vita ad una larva che poi da pupa muta nell’insetto adulto. L’intera fase dura in primavera/autunno circa 15-20 giorni mentre in estate si passa dall’uovo allo sfarfallamento dell’insetto adulto in una sola settimana.

Proprio in questi giorni molti comuni italiani stanno dando il via ad interventi di disinfestazione antilarvale su tutto il loro territorio. Singolare è il piano di prevenzione proposto dal Comune di Vernio, in provincia di Prato, che, oltre ad intervenire direttamente contro le zanzare nei focolai urbani, suggerisce ai suoi cittadini di utilizzare in vasche, fontane private e stagni, dei pesci rossi (Carassius auratus auratus) per contrastare la riproduzione dell’insetto. Sembrerebbe infatti che i comuni pesci ornamentali siano ghiottissimi delle loro larve.

Ma se volete andare sul sicuro vi consigliamo di popolare i vostri specchi d’acqua con degli esemplari di Gambusia (Gambusia affinis), un piccolo pesce d’acqua dolce, simile ai più colorati Guppy, e specializzato nella lotta alle zanzare.

Originario dei bacini del Golfo del Messico è stato importato in Europa nel XX secolo per bonificare le zone paludose infestate dalle zanzare proprio per la sua forte propensione a cibarsi delle loro larve e pupe. La Gambusia è molto resistente e può sopravvivere in diversi tipi di acque: da quelle con scarsa presenza di ossigeno, passando per quelle ad altissima salinità, fino a quelle calde con oltre 35 gradi. Si riproduce facilmente, anche in cattività.

Per questi motivi, può essere considerato, non solo uno dei pesci d’acqua dolce più diffusi al mondo, ma sicuramente il migliore bioregolatore nella lotta biologica contro le zanzare (tra cui la zanzara anofele, portatrice della malaria) nei paesi tropicali e temperati in entrambi gli emisferi.

La prevenzione resta comunque la migliore arma in nostro possesso contro la zanzara tigre. Quindi è fondamentale che ognuno di noi rispetti responsabilmente le regole basilari atte a limitarne la diffusione.

Lorenzo De Ritis

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