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Artrite reumatoide: rischio recidive cala del 50% con ecografia

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Ancora buone notizie riguardo all’artrite reumatoide. Secondo una ricerca dell’Università Cattolica, diretta dal dottor Gianfranco Ferraccioli e pubblicata su Annals Rheumatic Diseases, l’ecografia riduce del 50% il rischio di ricadute.

L’artrite reumatoide è una malattia infiammatoria cronica, diffusa e piuttosto fastidiosa, le cui cure variano da un soggetto all’altro. Per questa ragione, in Italia 4 malati su 6 non ricevono cure adeguate a causa, molto spesso, di diagnosi errate.

Succede, infatti, che dopo 12 mesi dalla fine dei sintomi, i medici sospendano il trattamento farmacologico. Tuttavia, vi è una frequente ricomparsa della malattia. Da qui la proposta da parte dei medici della Cattolica di introdurre un sistema più sicuro: effettuare un’ecografiaalle articolazioni prima della sospensione dei farmaci. In questo modo si avrebbe un metodo meno “empirico” e più sicuro per valutare la durata delle cure.

In sostanza, grazie all’ecografia, è possibile sospendere la terapia se viene evidenziata la remissione da almeno 6 mesi. In questo modo il rischio di ricadute cala del 50%.

Conclude Gianfranco Ferraccioli: “Si stima che il 40-60% dei pazienti in cura vada incontro a ricadute o perché la terapia non è adeguata o perché i farmaci provocano effetti collaterali e quindi devono essere sospesi“.

Franscesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.