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Ictus: raffreddare il cervello potrebbe bloccarne i danni

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L’ictus (o attacco apoplettico) è una patologia generata dal mancato afflusso di sangue al cervello. Bastano pochi secondi senza “alimentazione” per far sì che un’area cerebrale rimanga compromessa, a volte irreparabilmente.

Per far fronte a tale situazione e per cercare di limitare i danni provocati dall’ictus, un’equipe di studiosi dell’Università di Edimburgo coordinati dal dottor Malcolm Macleod, direttore di Neuroscienze sperimentali presso il Centro Clinico Brain Sciences, sta testando un nuovo metodo che “congela” il cervello, bloccando le conseguenze legate all’attacco apoplettico.

I ricercatori hanno accertato che indurre il cervello ad una condizione di ipotermia potrebbe aumentare le probabilità di sopravvivenza dopo il manifestarsi dell’ictus e ridurre il danno cerebrale ad esso connesso.

La tecnica consiste in un abbassamento della temperatura corporea di una persona a 35 gradi iniettando gocce ghiacciate tramite endovena e usando contemporaneamente tamponi raffreddanti. Vista l’importanza della scoperta, gli scienziati provenienti da più i 20 paesi hanno inviato un’richiesta a Bruxelles per il finanziamento della sperimentazione a livello internazionale.

Del progetto, promosso dal consorzio EuroHYP fanno parte 80 ospedali distribuiti in 21 Paesi, compresa l’Italia. La sperimentazione partirà dal 2012 e coinvolgerà circa 1.500 pazienti. Gli ospedali italiani coinvolti nella sperimentazione saranno 11 distribuiti tra Roma, Firenze, Lecco, Milano, Verona e Treviso.

Le nostre stime – ha spiegato il professor Malcolm Macleaod – dicono che l’ipotermia potrebbe migliorare la guarigione di oltre 40mila cittadini europei ogni anno“. Perché non provare?

Francesca Mancuso

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Giornalista pubblicista specializzata in Editoria, Comunicazione Multimediale e Giornalismo. Nel 2011 ha vinto il Premio Caro Direttore e nel 2013 ha vinto il premio Giornalisti nell’Erba grazie all’intervista a Luca Parmitano.