Anche quest’anno le pagine di cronaca non ci hanno risparmiato dalle notizie di aggressioni da parte di cani. Solitamente molossoidi quali: Rottweiler, Pitbull, Dobermann ma spesso anche compiute da branchi di meticci randagi.
Dopo i fatti degli ultimi mesi si è nuovamente riaccesa la polemica tra chi, come il Codacons, chiede a gran voce le dimissioni del sottosegretario al Welfare, l’On. Francesca Martini, colpevole di aver cancellato la vecchia “Black List” canina del Ministro Sirchia in favore dell’introduzione del patentino per quegli animali che si siano macchiati di un episodio di violenza e siano stati dichiarati “pericolosi” per l’incolumità del cittadino.
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Il proprietario del cane in questione dovrà seguire obbligatoriamente un corso di formazione e alla fine di quest’ultimo superare un esame di abilitazione. Questo ne permetterà un possesso cosciente. Tali corsi sono facoltativi ma consigliati, per tutte le altre persone.
Ridurre una tematica così complessa e importante a un semplice elenco di razze “potenzialmente pericolose” credo sia di per se riduttivo e superficiale. Se aggiungiamo che la lista in questione non è stata redatta da esperti del settore, il quadro peggiora ulteriormente. Ma anche il patentino, concepito com’è ora, non credo possa servire a molto.
Le razze non sono sicuramente tutte uguali. Molte a causa della selezione condotta dall’uomo sono più aggressive e con una reattività a determinati stimoli maggiore rispetto ad altre. Inoltre, questa predisposizione molto spesso è accompagnata da fisico possente, con una grossa mole e da una certa potenza muscolare.
Non dobbiamo però confondere l’aggressività con la pericolosità. La prima da sola può non determinare necessariamente gravi incidenti. Potremmo imbatterci in un bassotto dalla spiccata aggressività, ma non sarà la stessa cosa che trovarci di fronte ad un minaccioso pastore tedesco. Quindi la mole e la potenza in un cane ne determinano anche il livello di pericolosità. Un soggetto di 40 kg, fuori controllo, è un soggetto potenzialmente pericoloso sia esso un Rottweiler o un meticcio.
Ma la cosa che più di ogni altra può impedire l’insorgere di comportamenti a rischio è certamente una buona educazione del cane. Un Chihuahua maleducato sarà con molta probabilità un cane viziato o fastidioso ma difficilmente sarà pericoloso per l’incolumità delle persone e degli altri animali.
Quindi, credo che non esistano razze potenzialmente pericolose ma soltanto più impegnative di altre: quelle che generalmente definisco razze “non da prima esperienza”. Non esistono cattivi cani ma solo cattivi padroni. Siamo noi responsabili dei nostri animali e dei loro comportamenti.
L’idea del patentino così formulata ha una validità parziale. Si dovrebbe rendere obbligatorio un corso di educazione di base uomo-cane a tutte le persone che ne hanno uno. Ognuno di noi dovrebbe conoscerne il linguaggio, lo sviluppo psichico-fisico-comportamentale e le necessità. Dovremmo essere tutti abilitati a gestire correttamente un cane, sia esso un Barboncino o un Pastore dell’Asia Centrale, e dovremmo farlo prima che avvenga qualsivoglia incidente.
Come diceva qualcuno prevenire è meglio che curare!