Monna Lisa e il suo sorriso. Appena accennato per alcuni, inesistente per altri. Per tutti enigmatico.
Una cosa è sicura: l’espressione della Gioconda cambia a seconda della posizione da cui osserviamo l’immagine e la causa sarebbe da scovare nel nostro stesso cervello. Tutto, infatti, sarebbe dovuto a come la luce riflessa dal quadro colpisce la retina di chi lo osserva e a quale parte del fondo oculare viene stimolata di più.
Ne sono convinti gli studiosi dell’Istituto di Neuroscienze dell’Università di Alicante guidati da Martinez Otero, che hanno pubblicato lo studio sul New Scientist.
Secondo lo staff di Otero, nell’occhio ci sono cellule specializzate in singole funzioni: a seconda della cellula che viene stimolata per prima viene inviato un segnale al cervello che lo rielabora con gli altri prediligendo il più forte. “Così, a volte – spiega Otero – un canale viene attivato prima di un altro e si può osservare il sorriso, altre volte vengono attivati prima altri canali e il sorriso scompare”.
Per confermare le loro ipotesi, i ricercatori spagnoli hanno coinvolto un campione di volontari. In un primo test, è stato loro chiesto di ammirare il quadro a diverse distanze: man mano che essi si avvicinavano, il sorriso di Monna Lisa si accentuava. La seconda prova, invece, si è svolta cambiando l’incidenza della luce che illumina la tavola: a quanti veniva mostrato un pannello nero per 30 secondi e poi il quadro, si aveva la sensazione di vedere il sorriso più accentuato. Il contrario accadeva con una lastra bianca.
“Il pannello nero – chiarisce Otero – facilita il blocco dei canali delle cellule periferiche della retina e ciò porterebbe a supporre che la visione nitida del sorriso sia da ricondurre alle cellule poste nella zona centrale della retina”.