Finiti ormai da un pezzo i tempi di Pacman e di TI Invaders, delle avventure di SuperMario e di Sonic, il mondo dei videogiochi, tra piattaforme, console e box, dalla grafica impeccabile, rischia di mettere a dura prova la salute degli adolescenti di oggi.
Sembra, infatti, che i ragazzini stiano un po’ troppo tempo con la testa piantata nel mondo di mostri, zombie ed eroi che il più delle volte se le danno di santa ragione. Alienazione dalla vita reale e sedentarietà i pericoli in cui si incorre, senza parlare di veri e propri casi clinici come la “epilessia da videogioco”.
Tranquilli però. Non tutti coloro che passano più o meno un intero pomeriggio col joystick in mano rischiano di correre all’ospedale in preda a una crisi convulsiva, ma, pare, solo bambini e adolescenti predisposti a epilessia per questioni di familiarità o affetti da un problema di accentuata fotosensibilità.
Il genitore può comunque accorgersi che qualcosa comincia ad andare storto se il figliuolo accusa una serie di disturbi come la comparsa di puntini luminosi, pesantezza alla testa e senso di affaticamento.
In questi casi, si dovrebbe limitare il tempo di permanenza davanti al video o starne lontani per qualche giorno. E vallo a dire all’adolescente, che, preso da una vera e propria dipendenza – si parla di videoiperestesia, disturbi di personalità, perdita di interesse verso le normali attività – poco starà a sentire le raccomandazioni dei più grandi…
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Come in tutte le cose, un divieto categorico all’utilizzo del videogioco non porterebbe da nessuna parte. Piuttosto, seguire alcuni consigli può aiutare sia ragazzi che genitori, con la consapevolezza che, magari se usato bene, un videogame può essere anche educativo.
- La permanenza davanti al video non dovrebbe durare più di 30 minuti di seguito, passati i quali è bene alzarsi per almeno 15 minuti. In ogni caso, il tempo dedicato al gioco non dovrebbe superare l’ora e mezzo e bisognerebbe indurre il ragazzo a giocare all’aperto coi propri coetanei.
- Fare a meno di giochi con sovrapposizioni di immagini troppo rapide e con colori contrastanti, che possono favorire crisi convulsive, e preferire piuttosto giochi che richiedono un impegno mentale di tipo logico, piuttosto che prontezza di riflessi.
- Tenere la distanza tra viso e computer di almeno di 60-80 centimetri.
- Non usare il videogame come strumento di ricatto – del tipo “se non fai la tale cosa non ti faccio giocare” – o di contrattazione.
- Alle prime avvisaglie di affaticamento visivo o di video-dipendenza è bene imporre con fermezza uno stop.
Su, mamma e papà, proviamoci!